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04 aprile 2024
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Martiri e testimoni
di Rossella Ahmad

Il termine arabo con cui si indicano le persone morte per una causa, oppure uccise per una causa è "shahid", impropriamente tradotto con "martire".

Il termine in italiano dà una connotazione mistico-religiosa ad una parola che ha tutt' altro significato.

Un po' come "jihad", la più nobile ed incompresa tra le parole arabe: significa "sforzo", soprattutto interiore per migliorarsi - oppure esteriore come resistenza quando il tuo paese sia aggredito - e viene tradotto opportunisticamente in "guerra santa", che in arabo onestamente non significa nulla.

Il termine shahid, da cui poi derivano tutte le altre parole ad esso connesso essendo l'arabo una lingua basata su radici trilittere, significa "testimone".

Io testimonio che è stata commessa un'ingiustizia e la mia morte violenta lo dimostra. Non scelgo di morire, ma il mio corpo porta la testimonianza di un' ingiustizia commessa contro tutta l'umanità. E noi che guardiamo, siamo a nostra volta testimoni di quell'ingiustizia.

Non esiste testimonianza se non condivisa. È un dovere morale, secondo il diritto, a cui il giusto non può sottrarsi. Chi sappia è tenuto a testimoniare, secondo un imperativo categorico che, da filosofico, diviene etico e pragmatico.

Testimonio affinché un delitto cessi. Testimonio affinché la mano di un criminale sia fermata. Testimonio perché non c'è alternativa , anche quando ciò mi metta a rischio. Perché è giusto. Perché si fa. Perché l'ingiustizia che noi vediamo svolgersi dinanzi ai nostri occhi abbia fine o, quantomeno, abbia voce.

I palestinesi oggi testimoniano con il loro corpo, le loro ferite, il loro sangue ingiustamente versato.

Noi raccogliamo la loro testimonianza estrema e la rilanciamo affinché altri sappiano e l'ingiustizia termini. Siamo anche noi "martiri". Ecco perché siamo doloranti ma risoluti.

È una legge universale, da cui non si scappa: fare ciò che si deve, perché è nel dovere morale che riscopriamo la nostra libertà.

Sono testimone. Testimonierò fino a che avrò voce.

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