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02 aprile 2024
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Il peso dei morti
di Domenico Tiziani

I 7 operatori di una ong umanitaria uccisi dai militari israeliani, meritano, giustamente, le prime pagine dei giornali e le aperture dei tg.

L'esercito israeliano parla di "tragico incidente" ma non c'è nulla di incidentale in quanto avvenuto, fin dall'inizio della guerra a Gaza le ong, i medici, gli infermieri, i giornalisti sono nel mirino dell'Idf, intralci al disegno di pulizia etnica di Netanyahu.

Perché dunque questa ammissione di colpa degli israeliani?

Perché gli operatori uccisi sono polacchi, australiani, statunitensi, canadesi, inglesi, cioè di quei paesi che sostengono, militarmente e politicamente Israele anche se a parole (fievoli) chiedono il cessate il fuoco.

Non tutti i morti, non tutte le uccisioni hanno lo stesso peso: ieri 21 pazienti di un ospedale sono morti sotto i bombardamenti israeliani, non si contano i medici e gli infermieri uccisi mentre svolgevano il loro lavoro e nessuno ha parlato di "tragico incidente", neanche per 14mila bambini uccisi.

Con tutto il rispetto e il cordoglio per i sette operatori di World Central Kitchen morti, è orribile derubricare gli altri morti nella serie B delle vittime, considerarli "effetti collaterali" di una politica di guerra che ha un disegno lucido che la guida: eliminare i palestinesi da Gaza, porli davanti al dilemma - andarsene o morire - per le bombe, per fame.

E un mondo che tollera tutto questo è un mondo infame.

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