Australia chiede conto a Israele per uccisione del suo operatore umanitario
di Gabriella Mira Marq

Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha chiesto conto a Israele per l'uccisione dell'operatore umanitario australiano nella Striscia di Gaza. "L'Australia si aspetta la piena responsabilità per la morte degli operatori umanitari, che è del tutto inaccettabile", ha detto ai giornalisti.

Le sue osservazioni sono arrivate dopo che cinque persone che lavoravano per la World Central Kitchen (WCK), tra cui quattro stranieri, sono state uccise lunedì in un attacco aereo israeliano sul loro veicolo nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Un direttore dell'Ufficio stampa governativo di Gaza ha detto che Israele ha colpito una squadra straniera composta da cittadini britannici, polacchi e australiani e un'altra nazionalità non ancora identificata, oltre a un palestinese di Gaza.

Le foto emerse sugli account dei social media palestinesi mostravano i passaporti degli stranieri uccisi nell’attacco aereo, tra cui quelli provenienti da Australia, Polonia e Regno Unito, nonché cadaveri con magliette della WCK. Albanese ha confermato la morte dell'operatrice umanitaria Lalzawmi "Zomi" Frankcom e ha espresso le sue condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici. "Gli operatori umanitari e coloro che svolgono attività umanitaria e tutti i civili innocenti devono ricevere protezione", ha sottolineato.

L'Australia ha già contattato direttamente il governo israeliano, ha aggiunto. “La verità è che questo va oltre ogni ragionevole circostanza per cui qualcuno che va in giro a fornire aiuti e assistenza umanitaria possa perdere la vita. A bordo del veicolo c’erano quattro operatori umanitari e un autista palestinese”, ha detto il primo ministro.

"Questa è una tragedia umana che non sarebbe mai dovuta accadere, è del tutto inaccettabile."

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