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30 marzo 2024
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USA foraggiano Israele con altre armi "intelligenti"
di Alessandro Ferretti

Gli USA affermano pubblicamente di non volere che Israele attacchi Rafah, ma nel frattempo regalano a Israele aerei da guerra e tante bombe, tra le quali 1800 bombe MK84 da una tonnellata.

Queste bombe sono completamente "non intelligenti": ognuna di esse ammazza qualsiasi cosa si trovi nel raggio di 400 metri dal punto di impatto, che corrisponde a mezzo chilometro quadrato.

1800 bombe simili possono quindi devastare oltre 900 chilometri quadrati di territorio. La superficie della striscia di Gaza è di 365 km2: quindi le bombe possono distruggere l'intera striscia non una, ma quasi tre volte.

Leggendo queste notizie penso ai colleghi dell'università di Torino che hanno firmato un'infame lettera infarcita di falsità e distorsioni contro la mozione del loro Senato Accademico contro le collaborazioni accademiche Italia-Israele, nella quale NEANCHE UNA PAROLA viene dedicata a ricordare che da quasi sei mesi è in corso un orrendo massacro con decine e decine di migliaia di vittime, e oltre un milione di persone alla fame: come se tutto questo non esistesse proprio.

Mi viene da chiedere ai firmatari: come mai ignorate in toto una strage di simili proporzioni? Come è possibile che l'unica cosa che vi fa indignare è il blocco delle collaborazioni accademiche (finalizzato appunto a cercare di fermare la strage) e invece nulla dite o fate pubblicamente per salvare la vita di milioni di innocenti?

Una cosa posso assicurarvi, cari colleghi: la vostra firma su quella lettera e il vostro complice silenzio sul massacro non verrà dimenticato. Alcuni di voi chiedono che i nomi dei professori universitari che si opposero al fascismo vengano tolti dal cortile del Rettorato, perché secondo voi il vostro ateneo sarebbe indegno di ricordarli.

Io invece chiedo che a essere scritti e ricordati in Rettorato siano proprio i vostri nomi, affinché le future generazioni ricordino e sappiano quali erano le preoccupazioni di alcuni accademici della loro università mentre si perpetrava un genocidio.

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