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28 marzo 2024
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Perché i test psicoattitudinali non sono mai una buona idea (per magistrati e docenti)
di Rita Guma *

I test psicoattitudinali non sono mai una buona idea e non a caso queste proposte provengono sempre da governi in odore di regime o da intellettuali che non temono di rendere prone al potere alcune figure che per la Costituzione dovrebbero essere libere, come magistrati e docenti.

Si parla tanto in questi giorni della proposta di sottoporre i magistrati a test psicoattitudinali, cosa che l'attuale governo prevede di introdurre a partire dal 2026, con una norma che, come abbiamo già scritto su queste pagine, eccede il potere di delega.

Il governo, infatti, non può normare se non sulle questioni necessarie e urgenti (decreti legge) o sulle materie e nei limiti espressamente indicati dal parlamento. In questo caso, la legge delega non prevedeva tale misura, che è stata inserita dal governo evitando così la discussione parlamentare e il parere degli organismi competenti, come il CSM.

I test psicoattitudinali, purtroppo, possono essere anche uno strumento per scoprire l'orientamento politico di coloro cui vengono somministrati. Si può, cioè, scoprire se il candidato è un ribelle alle autorità, se ha spiccato senso critico, se ha tendenze di destra o di sinistra. E lo si può fare in modo surrettizio, perché ad uno psicologo non occorrono domande esplicite per far emergere gli orientamenti.

I test auspicati dai politici sarebbero quindi un comodo mezzo per chi volesse instaurare una dittatura usando personale dello Stato (magistrati, o docenti che siano) usandolo per colpire gli avversari o comunque favorendo un pensiero unico. Senza colpo ferire.

Un altro passaggio per il completamento dell'asservimento della magistratura inquirente sarebbe la separazione delle carriere, che può consentire al potere di decidere chi far inquisire (oggi, fra leggi contro chi protesta e querele temerarie verso chi dà fastidio ai potenti, nonché ispezioni ad hoc da parte del ministero della giustizia, poco ci manca) e chi no (oggi con le varie immunità e con i processi mediatici alla magistratura, ci siamo quasi).

In un paese dove i magistrati e i docenti universitari vennero chiamati a giurare fedeltà al Duce, dovremmo preoccuparci di evitare queste derive... Infatti, l'dea dei test si basa sull'ipotesi dell'onestà di chi li commissiona, predispone e elabora i risultati. Ma quando la democrazia è inquinata da un sistema dell'informazione asservito e da leggi che contrastano il dissenso, il sistema del voto, che seleziona la classe dirigente non funziona più bene e quindi chi controlla il controllore?

Non a caso i Costituenti vollero la completa indipendenza della magistratura (Art. 104. della Costituzione: "La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica" il quale è garante della Costituzione) e non l'asservirono nè al governo, né al popolo, come avviene invece ad es. negli Stati Uniti, in cui una parte dei magistrati viene nominata dall'esecutivo e un'altra eletta dai cittadini, per cui cerca di assecondare gli orientamenti in un caso dell'uno nel secondo caso dell'altro.

Purtroppo in Italia ogni tanto si sveglia un Galimberti che vuole introdurre i test psicoattitudinali per i docenti e la stessa Avvocatura penale vede di buon occhio le misure "di contenimento" della magistratura, la cui indipendenza è invece una garanzia per gli imputati e quindi dovrebbe far piacere anche ai penalisti, come a tutti noi, potenziali imputati o vittime.

* Presidente Osservatorio


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