A destra garantismo per sé e non per gli altri
di Ferny Zillo

Il centrodestra si è sempre proclamato paladino del garantismo e della presunzione d'innocenza, ma i recenti fatti dimostrano una "doppia morale" nella gestione delle questioni giudiziarie e politiche.

Da un lato: Il centrodestra ha approvato leggi che limitano la trasparenza della giustizia, come il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare (legge delega 21 febbraio 2024, n. 15).

Dall'altro: Esponenti di questo schieramento non esitano a utilizzare le stesse carte d'inchiesta per attaccare gli avversari politici in conferenze stampa e in televisione.

Tra i protagonisti di questa "doppia morale":

• Davide Bellomo (Lega) ha letto ampi stralci delle intercettazioni e mostrato le carte dell'inchiesta su un maxischermo.

• Raffaele Nevi (Forza Italia) ha esibito la richiesta di misure cautelari della Procura in diretta tv dal telefonino.

Il centrodestra non esita a strumentalizzare le carte d'inchiesta per fini politici.

Il caso di Bari è emblematico: la vicenda ha provocato roventi polemiche e ha visto il sindaco Antonio Decaro incassare la solidarietà di migliaia di cittadini.

La destra cerca di far emergere presunte connessioni con la criminalità locale, con l'indagine che coinvolge diverse persone legate ai clan cittadini e che ipotizza il voto di scambio alle elezioni amministrative del 2019.

Il centrodestra ha attaccato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per aver visitato la sorella di un boss locale e Antonio Decaro per una foto col parente del boss.

La strumentalizzazione politica delle carte d'inchiesta e la mancanza di coerenza nel garantismo dimostrano un’incoerenza nei principi e nelle azioni del centrodestra: fai ciò che dico e non ciò che faccio.