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26 marzo 2024
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Pioltello: Valditara contro studenti e docenti, Presidente e parroci voci di buonsenso
di Armando Reggio *

Il nome della scuola dice del suo spirito più di mille discorsi!
È intitolata a Iqbal Masih, il bambino schiavo pakistano, assassinato nel 1995.
A 12 anni. Aveva lavorato al telaio, incatenato. Per 12 ore al giorno. Per 7 anni.

Fuggito dal suo padrone, aveva preso a ribellarsi grazie al sostegno dei sindacati. il suo legittimo desiderio di riscatto, proprio e di tutti i bambini, lo indusse a protestare, denunciare. Venne notato e invitato a tenere delle conferenze: accettò.

Avrebbe avuto un'ottima opportunità di vivere la propria adolescenza, di studiare serenamente, come sognava. Ma scelse di ritornare nella sua terra: voleva continuare la giusta lotta, affinché tutti i bambini si emancipassero. Minacciava gli sfruttatori dei bambini come lui. Andava eliminato!

Ecco, è la scuola di Pioltello, nel milanese, che ha suscitato la bufera mediatica, sollevando il prevedibile sdegno e la minaccia di contromisure dal ministro Valditara. Il consiglio d'istituto aveva deliberato che il 10 aprile, giorno della fine del Ramadan, la scuola restasse chiusa.

“Sono vicino al preside, ai docenti, alle famiglie, alla scuola. Avete il mio sostegno", ha scritto il Presidente Sergio Mattarella alla vicepreside Maria Rendani, che nei giorni scorsi lo aveva invitato a visitare la scuola. Lui stesso, due anni fa, aveva nominato Cavaliere la professoressa per l'impegno nell'inclusione fra gli alunni durante la pandemia.

Il Presidente è custode dei valori, che informano la nostra Costituzione. L'articolo 3 è fra quelli a lui più cari. Sarà bene, dunque, che Valditara se ne faccia una ragione e provveda a occuparsi delle tante necessità della scuola italiana, anziché sindacare le deliberazioni dei consigli d'istituto, assunte nel pieno rispetto della loro autonomia. Della legge, dunque. È che il furore ideologico di quelli di estrema destra li rende favorevoli e taciturni, quando l'autonomia risponde al loro razzismo, alla discriminazione, al classismo. Altrimenti, la contestano l'autonomia!

Quel furore ideologico impedisce loro di comprendere il buon senso della scelta di sospendere le lezioni durante una festa religiosa sentita da un'amplissimo numero di studenti: il 43%. Così, le classi sarebbero rimaste per metà vuote e in alcune sarebbe mancato il numero legale di presenti. Quel giorno di chiusura sarà recuperato, fra l'altro.
Nessuno protesta, ovviamente, quando le scuole chiudono per la settimana bianca o per i ponti. Infatti, silenzio assoluto sul ponte della Festa della Liberazione deliberato proprio dalla scuola "Iqbal Masih". È forse più meritevole di comprensione la scelta di andare a sciare che quello di festeggiare una ricorrenza religiosa non cattolica?

La xenofobia, il razzismo, il classismo, la cieca islamofobia... le cifre della loro misera vita, che pretendono di imporre alla comunità civile. La verità - credo - è che l'estrema destra al governo ha una postura anacronistica, regressiva, ritardataria, se la raffrontiamo al conservatorismo dei Paesi dell'Europa Occidentale.

In tantissimi ne siamo ben consapevoli, viaggiando o vivendo almeno in uno di quei Paesi e nel Regno Unito, fuori dall'UE. Posso testimoniare soprattutto per la Francia: l'atmosfera è positivamente diversa, si discute piacevolmente con i conservatori, della differenza fra le etnie ci si dimentica. Certo, episodi d'intolleranza non mancano.

La destra del Belpaese è convinta, invece, che l'italianità si identifichi con il cattolicesimo. E anche in questo caso dimostra di non conoscere o di trasgredire alla nostra Costituzione. Le scuole, principalmente quelle di periferia, andrebbero sostenute, per compensare, almeno in parte, la fragilità del loro tessuto socio-economico. Invece no! Il ministro ha la sfrontatezza di attribuire i risultati INVALSI della scuola di Pioltello - inferiori alla media lombarda - alla presenza di ragazzi stranieri, che ritarderebbero lo svolgimento dei programmi ministeriali. Lui è sicuro di sé: loro è la responsabilità di compromettere la formazione dei ragazzi italiani. Ma per carità, questo non è razzismo!
(Chi ha esperienza d'insegnamento è ben convinto dell'inutilità sia delle prove INVALSI sia della rigidità dei programmi ministeriali). Valditara, che peraltro è insegnante (!), non pensa giusto a confrontare i dati della scuola "Iqbal Masih" con quelli di istituti con lo stesso tessuto socio-economico, come anche uno sprovveduto farebbe!
Questi sapientoni dell'estrema destra non sanno dell'impegno, dell'amore, che le scuole, pur fra le mille carenze, praticano quotidianaamente con l'inclusione nel rispetto delle diversità, fra i ragazzi di tutte le etnie, di tutti i colori della pelle. Ma leghisti, camerati e forzisti odiano chi non è (fortunatamente) come loro...

Da ultimo, riporto il testo della lettera, che i tre partoci di Pioltello hanno inviato alla scuola "Iqbal Masih", manifestando solidarietà a tutti i docenti, al preside e alle famiglie:
"Come parroci delle parrocchie di Pioltello ci sentiamo di dire che la decisione del Consiglio di Istituto è nata da una seria e attenta capacità di leggere il tessuto sociale della nostra città, non accettiamo in alcun modo i toni aspri e violenti con cui in questi giorni si è manifestato il dissenso, trasformando una scelta ponderata in una battaglia politica o ideologica". Lo scrivono in una lettera don Andrea, don Giacomo, don Marco, parroci di Pioltello (Milano), il comune al centro di polemiche per la decisione del consiglio di istituto del comprensorio scolastico Iqbal Masih di sospendere le lezioni in occasione della fine del Ramadan. Una delibera, approvata perché alle lezioni sarebbe mancata circa la metà degli alunni di religione mussulmana, è stata dichiarata irregolare dall'ufficio scolastico regionale.

Che cosa avranno pensato di noi adulti i ragazzi che, quando entrano in classe - hanno scritto i parroci - vedono solo compagni di classe con cui crescere e amici con cui giocare senza guardare alla nazionalità o alla religione?".

La realtà di Pioltello, prosegue la missiva, "è molto complessa e di certo non servono le chiusure e il disprezzo - hanno aggiunto - serve invece la capacità di darsi la mano e lavorare insieme".

I tre religiosi hanno definito la decisione della scuola frutto del "buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione", e hanno espresso "solidarietà al Preside e a tutto il Consiglio di Istituto".

Sulla questione è intervenuto anche l'arcivescovo di Milano, Mario Delpini. "A Pioltello sono andato tante volte, non so se ci andrò anche questa volta, anche perché si è creato un caso di rilevanza nazionale di una scelta che è dentro la logica di un istituto che ha una sua contestualizzazione precisa Il fatto di averne fatto una specie di crociata ha complicato la vita alla sindaca, alla preside, ai dirigenti e alla comunità di Pioltello".

* Insegnante di lingua e cultura italiana, volontario per l'inclusione


per approfondire...

Dossier immigrazione e razzismo

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