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La Costituzione: interesse e rimpianto
di
Antonio Greco
Un misto tra interesse e rimpianto, queste sono le sensazioni che ho provato alla lettura di un bel saggio (la Costituzione della Repubblica Italiana. Illustrata con i lavori preparatori - a cura di Falzone, Palermo e Cosentino) che descrive i resoconti parlamentari che ci sono stati nell’ambito dell’assemblea costituente e che precedettero la stesura del testo finale della nostra Costituzione.
È un’edizione del 1976 che comprai con l’intenzione di integrare la preparazione dell’esame di diritto costituzionale. Ammetto che le mie “buone intenzioni“ rimasero tali: da giovane studente ero troppo distratto per approfondire il diritto (i libri di testo erano più che sufficienti). Tuttavia a distanza di decenni mi sono immerso nella lettura con risultati sorprendenti.
Leggere gli interventi più significativi dei costituenti che contribuirono alla elaborazione del testo fornisce al lettore la chiave per meglio interpretare l’obiettivo che si erano posti: purificare il Paese da un passato a dir poco “scomodo”. La dittatura del regime che abolì le libertà individuali oltre che quelle collettive, le vergognose leggi razziali, le sanguinose guerre coloniali, gli orrori di una guerra disastrosa, l’alleanza con Hitler, il tutto culminato con la fuga della famiglia reale dalle proprie responsabilità.
Oggettivamente troppo. Le discussioni furono vivaci e d’altissimo livello ma tutti, nessuno escluso, furono concordi nel ribadire un principio “Vi è un punto che non si deve perdere mai di vista in nessun momento, in nessuno articolo: il pericolo di aprire l’adito a nuovi regimi autoritari”.
Tutta la costituzione è un manifesto antifascista!
Il rimpianto consiste nella consapevolezza che l’obiettivo di dare al Paese un futuro migliore con gli anni è stato stato vanificato dalla politica e soprattutto da quella parte che avrebbe dovuto sostenerlo. La dialettica politica tanto vivace ed interessante nel periodo costituente oggi si è impoverita “compressa entro un assolutismo ideologico neoliberista” (Gaetano Azzariti).
I principi fondamentali quali il diritto al lavoro, l’eguaglianza, la dignità, i diritti inviolabili dell’uomo, oggi sono ridotti a mere enunciazioni senza una reale attuazione, anzi con una costante e consapevole violazione. Il revisionismo costituzionale ha interessato tutti i partiti nell’ultimo trentennio , l’obiettivo non è mai stato di dare piena attuazione ai principi che i nostri padri della repubblica ci hanno lasciato, al contrario lo scopo è stato di dare “visibilità” ad un parte politica.
Il premierato è solo il colpo finale, ma trae le sue origini da un passato recente che molti hanno sottovalutato.
Quanti rimpianti per quel che potevamo essere e che non siamo stati e quanta paura per quel che potremmo essere!
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