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23 marzo 2024
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Il mondo alla rovescia, ma davvero
di Lionello Fittante

Oggi su La Repubblica c'è un interessante articolo di Gianni Vernetti. Interessante non tanto, e non solo, per quello che dice (se ne può discutere), ma per il modo di raccontare, e di omettere, le cose, la Storia, come si dice.

Il succo del suo ragionamento è: com'è possibile che non si chieda a Putin di interrompere la guerra e invece si chiede agli ucraini di alzare bandiera bianca? com'è possibile che non si chieda ad Hamas di smetterla di aggredire e minacciare Israele e invece si chiede ad Israele di non reagire? com' è possibile che si chieda all'aggredito di capitolare e non all'aggressore? Tesi non nuova, espressa anche con una certa eleganza, cura e grazia.

E però a queste tesi c'è molto da rispondere. Intanto il testo si rivolge, di fatto pur senza nominarlo, al popolo pacifista che chiede insistentemente e inascoltato, la fine delle guerre. Non credo, diversamente, possa rivolgersi a minoranze estremistiche che, del resto, albergano in tutti i campi, dall' estremismo islamico, al cattolico, all' ebraico. E accomuna tutti, e tutto, in un unico calderone.

Conseguenza del racconto è che chiedere pace equivale ad essere dalla parte di Putin o di Hamas. Il che è una evidente e semplice sciocchezza, eppure molto spinta mediaticamente.

E già questo basterebbe a rispondere. Ma si può aggiungere altro, perché l'articolo scavalca, non cita mai, le cause dei conflitti, come nascessero d'improvviso, senza spiegazione alcuna, perché qualcuno si è svegliato male e per passatempo decide di dichiarare guerra. Non si pone mai il dubbio che forse, dico forse, ci sono antefatti, ragioni, da una parte ma forse anche dall'altra.

Per cui l'Ucraina di Zelensky è, in quanto aggredito, democratica a prescindere, come se l'incendio della casa dei sindacati a Odessa, ad esempio, dove ci sono state decine di vittime e dove persino quelli che per salvarsi si gettavano dalle finestre venivano picchiati in terra, ustionati e inermi (ci sono video della france Press, non di Putin), non contasse, non fosse una ferita. Come se battaglioni nazisti a fianco di Zelensky diventassero amici perché Putin è l'aggressore, e invece rimangono nazisti.

Come se l'Israele di Netanyahu fosse uguale a quella di Peres, come se le dichiarazioni di Hamas per la distruzione di Israele avessero un peso e valore per giustificare la guerra, ma le dichiarazioni di esponenti del governo di Netanyahu per la distruzione dei palestinesi, definiti persino animali, non avessero alcun peso. E potremmo continuare.

Insomma all'autore pare non sfiori neanche per un attimo il sospetto che forse entrambe le fazioni possono vantare ragioni. E per noi pacifisti, ad entrambe le fazioni si possono riconoscere torti.

E come sorvolare sui morti bambini innocenti palestinesi, migliaia, e indignarsi, giustamente, per le decine ucraine? Come insistere, giustamente, sul fatto che un gruppo terroristico si comporti come tale, in modo crudele, indegno, inaccettabile, e mai messo in dubbio, e sorvolare su comportamenti altrettanto crudeli ma fatti da uno Stato, addirittura l'unica democrazia in medio oriente? Bisognerebbe accettare come normale, persino ovvio, che si bombardi un ospedale saturo di malati e sfollati per 'eliminare' terroristi che si nascondono lì dentro, e quindi accettare che per uccidere cento seguaci di Hamas (così raccontano: grande successo dell'attacco) si possono sacrificare bellamente centinaia di civili inermi, perlopiù bambini, in una guerra che già vede il più alto numero di bambini morti in così poco tempo tra tutte le guerre recenti?

Ma è ad una democrazia che si chiede di comportarsi come tale, diversamente non è una democrazia.

Quindi no, il popolo della pace, quello che chiede il 'cessate il fuoco', di 'trattare', cose ben diverse dalla resa, quel popolo non è con Putin, non è con Hamas, ma con i popoli innocenti, che siano ucraini o palestinesi, russi (si, perché ci sono anche migliaia di giovani vite russe inviate al macello), che siano israeliani.

Come allora non accorgersi che ad alimentare un crescente animo anti israeliano, sia proprio questa pervicacia a guardare, volutamente e coscientemente, solo una parte e non il tutto? E come non accorgersi che, soprattutto se 'dobbiamo preparare i civili' anche noi europei, crescerà un sentimento anti ucraino (le colpe per crisi, specie economiche, vengono sempre addossate ai più deboli)?

È questo modo di vedere il mondo con un occhio solo a impedire una vera ricerca di soluzioni diverse dalla guerra. Eppure, paradossalmente e incredibilmente, questo articolo, tutto sviluppato, come ho provato a spiegare, secondo una visione parziale e a senso unico chiude con l'affermazione che 'un mondo fondato sulle regole e sui diritti non può funzionare a corrente alternata'. Dovrebbe dirlo a sé stesso, e unirsi perciò a chi chiede, ad esempio, a Israele di fermare la carneficina, perché i morti bambini palestinesi non sono meno importanti di quelli ucraini o dei suoi stessi: appunto, nessuna corrente alternata.

Ecco davvero qual è il mondo alla rovescia, o meglio solo la metà di mondo che si vuole raccontare. Allora quindi, il popolo della pace non è con gli aggressori, se ne faccia una ragione e lo racconti bene. È un popolo che cerca di vedere le ragioni di entrambi e su quelle trattare, ma più ancora vede i torti di entrambi, come di tutte le comunità mondiali inerti o che anziché proporre soluzioni alimentano e finanziano la guerra.

Cessate il fuoco, cessate il fuoco, tutti.

Articoli come questo sono scritti per ragionare o per unirsi alla propaganda?

Quello che spiace è che tali racconti vengano da politici del PD, come l'articolista. Purtroppo dispiace, ma non sorprende.

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