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Protesta pro Gaza nelle università è terrorismo?
di
Sergio Scorza
Chiunque abbia più di 40 anni ed un po’ di memoria storica non può definire le contestazioni di questi giorni come “violente” e tantomeno “estremiste", pena, ignorare bellamente il principio di realtà.
La verità è che stiamo scivolando verso una china molto pericolosa perché stanno cercando di far passare a livello di senso comune l'equazione: protesta nelle università e nelle scuole (sui trattori no problem) = ritorno alla "stagione del terrorismo".
A parte il fatto che quella stagione ovvero, gli anni settanta, furono anni favolosi nonostante servizi segreti, fascisti e mafiosi che piazzavano bombe nelle piazze, sui treni e in ogni dove, mi preme sottolineare che queste campagne mirano a criminalizzare le forme di dissenso che implicano una critica radicale e sistemica al potere costituito (a differenza delle proteste che portano avanti richieste corporative e particolaristiche).
C'è, tuttavia, il risvolto positivo: l'aumento di queste reazioni dure e scomposte davanti alle proteste studentesche da parte della stampa legata all'establishment è la cartina tornasole di un senso di insicurezza e smarrimento davanti ad una protesta globale contro il genocidio del popolo palestinese che va avanti ininterrottamente da 5 mesi e che non sta lasciando trapelare alcun segno di cedimento e/o riflusso.
Senza voler fare azzardati paragoni (il contesto mondiale allora era molto diverso) siamo davanti a qualcosa di simile a quel che avvenne più di 50 anni fa con il movimento di massa mondiale contro la guerra degli USA in Vietnam.
Altro che "terrorismo".
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