Il monopolio della parola "genocidio"
di Giuseppe Salamone

Dopo aver rivendicato il "ruolo di vittime per antonomasia", adesso si punta ad avere il monopolio della parola genocidio. Il ragionamento fila perché se alla parola genocidio bisogna accostare solo gli ebrei, stessa cosa riguarda per il ruolo di vittime.

"La parola genocidio adesso viene usata per parlare di qualunque cosa, di qualunque guerra, di qualunque battaglia, di qualunque presa di posizione. Mentre io l'ho conosciuta e per miracolo mi ha risparmiata". Queste le parole della senatrice Liliana Segre oggi al Corriere della Sera.

Io mi chiedo come mai non abbia avuto la stessa reazione quando ci fu un periodo, abbastanza lungo, nel quale la guerra in Ucraina veniva considerata come un genocidio da parte di Putin. In quel caso la parola genocidio non veniva usata a sproposito? Evidentemente no visto che non ha avuto alcuna rilevazione in merito.

Adesso ci viene a dire che questa parola viene usata a sproposito, nel giorno in cui girano video di bambini che ricevono pallottole in testa mentre lanciano fuochi artificiali, mentre la BBC documenta medici Palestinesi torturati, mentre ci sono camion in fila per consegnare aiuti umanitari bloccati da Israele. Mentre tra morti e feriti si è oltrepassato le 100 mila unità e mentre la carestia continua a mietere sempre più vittime.

Certe volte sarebbe meglio il silenzio. Anche da parte di quelle persone che avrebbero l'obbligo di chiamare le cose con il proprio nome. Esattamente come con il proprio nome lo chiama la Corte Internazionale di Giustizia, il massimo organo di giustizia a livello globale. Quindi, cara senatrice Segre, la parola genocidio è d'obbligo e quello che sta accadendo a Gaza non è una "COSA dolorosa".

Ora capisco che non vuole proprio chiamarlo genocidio, ma tra genocidio e "cosa" credo sia più vergognosa la seconda...

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