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10 marzo 2024
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Esperta: gli Houti non possono aver danneggiato i cavi
di Armando Lo Giudice

È molto improbabile che i ribelli Houthi dello Yemen siano responsabili dei danni ai cavi di telecomunicazione sottomarini nel Mar Rosso. Lo ha detto tre giorni fa la società di Hong Kong HGC Global Communications dopo che tre cavi in ​​fibra ottica che trasportavano dati tra l'Asia e l'Europa hanno subito una interruzione nel Mar Rosso.

Israele e alcune testate hanno subito attribuito al gruppo di combattenti yemeniti che sta tenendo in scacco le navi straniere nel Mar Rosso la responsabilità del danneggiamento, seguito a ruota dalla stampa occidentale.

I cavi interessati sono quelli Asia-Africa-Europa 1, Europe India Gateway e Seacom e la linea TGN-Gulf, che interessano il 25% del flusso di dati attraverso il Mar Rosso, ha dichiarato la Seacom ad AP non specificando dove o come i cavi fossero stati tagliati. Ha aggiunto che "i test iniziali indicano che il segmento interessato si trova all'interno delle giurisdizioni marittime yemenite nel Mar Rosso meridionale".

La società indiana Tata Communications, che ha legami con Seacom, ha affermato che c’è stato un "intoppo" con i cavi sottomarini, ma che le comunicazioni sono state "automaticamente reindirizzate ad altri servizi".

Va considerato infatti che le reti Internet presentano nodi dai quali è possibile switchare (cioè deviare) in modo rapido il traffico su un'altra dorsale, comportando solo rallentamenti dovuti alla riduzione di banda o al percorso più lungo (considerato tuttavia che si tratta di informazioni che viaggiano alla velocità della luce). Quindi le interruzioni dovute alla normale manutenzione o a incidenti e conseguenti riparazioni, come in questo caso, hanno durata molto breve.

Inizialmente si temeva che dietro la rottura delle linee del Mar Rosso ci fossero gli Houthi. Il gruppo ha attaccato navi commerciali nella regione a causa della guerra di Israele a Gaza e un account social collegato agli Houthi aveva pubblicato a dicembre mappe che mostravano i cavi internazionali che passavano attraverso il Mar Rosso, facendo temere che stesse pianificando di attaccarli.

Ma la profondità dei cavi rendeva improbabile il sabotaggio, ha affermato Pooja Bhatt, analista di sicurezza marittima di Delhi e autrice di "Nine Dash Line: Deciphering the South China Sea Conundrums", un volume che tratta la contesa marittima fra Cina e Filippine e conseguentemente sui cavi sottomarini di telecomunicazioni.

I cavi "non sono molto spessi ma sono incapsulati in una guaina impermeabile. Si trovano a profondità elevate (nello stretto considerato almeno 180 metri) il che richiederebbe il possesso di strumenti a guida autonoma, dato che non si può certo usare - per svariati motivi - un sottomarino.

Considerato il fattore profondità e il fatto che "non sono facili da tagliare", ha detto la signora Bhatt alla stampa, "Possiamo facilmente capire che gli yemeniti non dovrebbero avere la capacità di immergersi così in profondità per danneggiare fisicamente i cavi.".

Fino ad ora, i cavi sottomarini installati da diversi decenni venivano considerati solo a livello commerciale, quindi la sfera politica dei vari paesi di per sé non era coinvolta, "ma ora, concentrandosi sugli attacchi a tali attività, i paesi faranno entrare in azione i loro eserciti per proteggerli", ha affermato l'esperta.

Secondo quanto riferito, nel Mar Rosso ci sono 16 cavi in ​​fibra ottica che trasportano circa il 17% di tutto il traffico dati internazionale dall’Asia orientale all’Europa.

In generale, i reali rischi di interruzione riguardano le isole, le cui comunicazioni possono avvenire, oltre via satellite, attraverso cavi sottomarini. E' il caso della Gran Bretagna, che infatti è da tempo in allarme per quanto riguarda i propri cavi.

I danni ai cavi delle telecomunicazioni hanno causato gravi interruzioni nel 2008 e nel 2011, quando sono stati danneggiati nel Mediterraneo, nel Golfo Arabico e nell’Oceano Indiano.

Le interruzioni dei social che sono state registrate nel nostro paese non hanno nulla a che vedere con il danno ai cavi nel Mar Rosso ed infatti hanno riguardato solo alcune compagnie.

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