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Su Gaza silenzio, mistificazione, ipocrisia: lo mostra uno studio
di Roberto De Vogli
I media Occidentali e il silenzio dei loro intellettuali sono complici del genocidio di Gaza?
Il fallimento morale della civiltà occidentale di fronte al massacro di Gaza è ben rappresentato dalla disinformazione diffusa dai suoi media mainstream. Giornali e TV considerate dai più come fonti attendibili di informazione, si stanno macchiando di gravi pregiudizi e diffusione di notizie infondate sul massacro di Gaza.
ll Centro per il Monitoraggio dei Media (CfMM) ha pubblicato un rapporto che espone significativi pregiudizi nella copertura mediatica del genocidio di Gaza. Il rapporto ha esaminato una vasta gamma di dati analizzando 176.627 clip televisive di oltre 13 emittenti e 25.515 articoli di notizie da oltre 28 siti web di media online del Regno Unito.
I risultati sono stati suddivisi in aree tematiche.
1. Empatia selettiva che ignora le sofferenze dei civili di Gaza
Il linguaggio dei media ha descritto gli israeliani come vittime di attacchi 11 volte più frequentemente dei palestinesi. L'analisi dell'uso del linguaggio nella copertura mediatica ha evidenziato in modo sproporzionato la sofferenza israeliana, mentre ha minimizzato le ingiustizie sofferte dalle vittime palestinesi. Questa disparità ha perpetuato una narrazione che ha sminuito le indicibili sofferenze di donne e bambini innocenti a Gaza.
2. Rappresentazione distorta dei diritti di Israele e dei diritti dei Palestinesi
La maggior parte dei canali TV ha promosso in modo esagerato e distorto il diritto di Israele" a difendersi, oscurando i diritti dei palestinesi. Nella TV le prospettive israeliane sono state citate quasi tre volte più di quelle palestinesi. Nelle notizie online è stato quasi il doppio. Questa inquadratura prevenuta ha contribuito a una rappresentazione distorta del genocidio.
3. Uso di eufemismi nel descrivere il genocidio di Gaza
Il 76% degli articoli online ha inquadrato il conflitto come una "guerra Israele-Hamas", mentre solo il 24% ha menzionato “Palestina/Palestinesi", indicando una mancanza di contesto. Questa inquadratura distorta ha perpetuato una narrazione deprivata di contesto e non ha fornito una comprensione critica del conflitto.
4. Mistificazione delle proteste tese a proteggere il diritto alla vita di civili innocenti a Gaza
Le voci che hanno protestato il genocidio di Gaza hanno affrontare mistificazioni e diffamazioni da parte degli organi di informazione, perpetuando stereotipi. I canali TV e giornali hanno contribuito a mistificare i manifestanti pro-palestinesi come antisemiti, violenti o pro Hamas. Le accuse di antisemitismo e terrorismo sono state usate come armi per screditare sforzi di difesa dei diritti umani più che legittimi. Questa mistificazione sistematica ha minato la credibilità delle richieste di un cessate il fuoco.
5. Affermazioni non verificate
I media occidentali di impatto mondiale come il New York Times hanno diffuso in modo ripetuto affermazioni non verificate sulla tragedia di Gaza.
A 5 mesi dagli attacchi di Hamas (che hanno generato crimini contro l’umanità senza se e senza ma), Israele ha ucciso almeno 30.000 palestinesi. Altri 70.000 circa sono stati feriti con perdita di braccia, gambe e altri organi vitali. Molti rimarranno disabili a vita. Circa l'80% della popolazione, pari a 1,9 milioni di persone, è stata costretta a fuggire dalle proprie case, alcune fino a mezza dozzina di volte a causa dell'avanzata militare israeliana verso sud. Circa il 60% degli edifici a Gaza è stato danneggiato, il 45% distrutto, tra cui scuole, ospedali, panetterie.
La propaganda dei media mainstream Occidentali hanno propagato narrative che hanno spesso giustificato o contribuito a questo massacro di innocenti. I numeri, come sempre, fanno chiarezza della nebbia gettata negli occhi da giornalisti, politici, gruppi di pressione politica, e opinionisti da salotto: per ogni bambino Israeliano ucciso da Hamas il 7 Ottobre, 2023 (totale = 36), Israele ne ha uccisi almeno 360 (totale = 13000). Molti di loro sono morti di fame letteralmente a causa delle politiche genocide di embargo di cibo da parte di Israele.
La complicità a favore di questo massacro giornaliero di innocenti - il messaggio di Aaron Bushnell - è stata ampiamente favorita dai media mainstream.
A questo si aggiunge il silenzio assordante di intellettuali che invece di denunciare la brutalità di Israele, si arrampicano negli specchi adducendo giustificazioni implausibili o ridicole.
Queste testate mediatiche e giornalistiche, questi intellettuali, hanno dimostrato in modo assolutamente chiaro che la civiltà Occidentale, più che sulla democrazia, è fondata sull’ipocrisia, sull’empatia selettiva e sulla deumanizzazione delle vittime che non appartengono al nostro “clan”.
Lo stanno facendo ancora e ancora. Ora.
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