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06 marzo 2024
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Diritti e mimose
di Rinaldo Battaglia *

La ‘Festa della Donna’ - nel comune sentire - sembra discenda nella ricorrenza dell’incendio dell’industria tessile Cotton di New York, la cui tragedia sarebbe avvenuta l’8 marzo del 1908.

Più storici - sin dall’inizio - hanno sempre però contestato il fatto, allocandolo invece con un altro incendio, avvenuto sempre a New York, ma il 25 marzo del 1911. Quel giorno, nella fabbrica Triangle, bruciata dal fuoco, morirono ben 146 persone, quasi tutte donne immigrate.

Forse più corretta nella data, resta la coraggiosa protesta delle donne di San Pietroburgo che, proprio l’8 marzo del 1917, scesero in piazza per chiedere la fine della Grande Guerra.

Lenin la chiamerà la «rivoluzione russa di febbraio», e sarà importante riferimento anche per le delegate della ‘Seconda conferenza Internazionale delle donne comuniste’ che si tenne a Mosca nel 1921. Fu in quella occasione che le donne russe scelsero proprio l’8 marzo quale data in cui istituire la ‘Giornata Internazionale dell’Operaia’.

La storia della ‘Festa delle Donne’ in Italia iniziò invece l’anno successivo, nel 1922 sempre ricorrendo all’8 marzo con le prime manifestazioni politiche per la rivendicazione di diritti essenziali.

Ma mesi dopo, con la Marcia su Roma e il rafforzarsi della dittatura fascista, cambierà tutto. Soprattutto il 20 gennaio 1927, quando Mussolini, dopo aver bene consolidato con le Leggi Fascistissime il suo potere, ridusse alla metà gli stipendi e i salari delle donne.

Passeranno pochi anni e chi puntava ad un ruolo meno secondario della donna nel regime fascista si dovette definitivamente ricredere, quando il 31 agosto 1934 lo stesso Duce, sul suo ‘Il Popolo d’Italia’, scriverà: “L’esodo delle donne dal campo di lavoro avrebbe senza dubbio una ripercussione economica su molte famiglie, ma una legione di uomini solleverebbe la fronte umiliata e un numero centuplicato di famiglie nuove entrerebbero di colpo nella vita nazionale. Bisogna convincersi che lo stesso lavoro che causa nella donna la perdita degli attributi generativi, porta all’uomo una fortissima virilità fisica e morale”.

Ma Dio e gli italiani vollero che il fascismo fosse sconfitto con la Liberazione del 25 Aprile 1945. Almeno così si dice.

Un anno dopo le donne, il 2 giugno del 1946 andarono così a votare per il referendum tra il Re e la Repubblica.

Ma la vera ‘Festa della Donna’ in Italia era già avvenuta tre mesi prima, il 10 marzo 1946, quando si tennero le elezioni amministrative e a votare andarono, per la prima vera volta da noi, anche le donne. E lo fecero con entusiasmo, dignità, convinzione.

Come disse anche di recente Vinzia Fiorino, professoressa all’Università di Pisa, “L’affluenza delle donne ai seggi elettorali fu altissima e la partecipazione emotiva ed intensa”.

Era stato necessario a tale scopo un decreto legislativo ad hoc, deliberato già nel 1945 e firmato da Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. E quel decreto di certo fu in grande passo in avanti della democrazia, anche e soprattutto per il nostro paese, uscito così distrutto dalla catastrofe fascista anche sotto il profilo dei diritti essenziali ed irrinunciabili.

8 marzo 2024 - Festa della Donna - Rinaldo Battaglia

* Coordinatore della Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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