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Europee: serve un campo contro la guerra
di Claudio Grassi
Non serve il “campo largo” o il “campo stretto”.
SERVE IL CAMPO CONTRO LA GUERRA!
La situazione è altrettanto chiara quanto grave!
Siamo a un bivio. L’Occidente ha perso la guerra in Ucraina, sia sul campo che politicamente. Due erano gli obiettivi annunciati due anni fa quando iniziarono l’invio delle armi e le sanzioni contro la Russia, obiettivi che venivano dati per certi in pochi mesi: crollo economico della Russia e conseguente cacciata di Putin.
È successo esattamente il contrario: si parla ormai esplicitamente di un collasso del regime di Kiev.
E ora, appunto, siamo a un bivio.
Gli Usa, la Nato, sono disposti a prendere atto di questa situazione e ad aprire una trattativa seria, credibile?
Oppure vogliono alzare il livello di scontro?
Al momento questa seconda ipotesi sembra quella prevalente.
In questa direzione vanno il discorso di Macron, gli accordi bilaterali di aiuto militare con l’Ucraina, da ultimo quello siglato dalla Meloni, le dichiarazioni della Von Der Layen, il voto al Parlamento europeo.
A ciò va aggiunto quanto sta avvenendo a Gaza!
La mattanza infinita che dura da mesi contro donne e bambini ha avuto ieri, se possibile, un salto ancor più atroce.
Persone affamate, disperate, senza casa, senza cibo, che vengono massacrate mentre cercano di prendere una manciata di farina.
Anche in questo caso l’Occidente si trova di fronte a un bivio: fermare la mattanza contro il popolo palestinese o continuare a difendere Israele?
Al di là delle chiacchiere di Biden, la strada scelta, anche in questo caso, è la seconda: infatti per la quarta volta gli USA hanno messo il veto al consiglio di sicurezza dell’Onu che chiedeva la condanna di Israele anche per il “massacro della farina”.
Se così stanno le cose, la possibilità che questi due conflitti aprano la strada ad un ampliamento della guerra è un fatto da prendere seriamente in considerazione.
Ecco perché ritengo surreale la discussione sul “campo largo” o “campo stretto”, che sembra appassionare la politica italiana.
Personalmente la ritengo una discussione senza senso.
Proprio ieri al Parlamento europeo Socialisti e Verdi (con singole e meritevoli eccezioni) hanno votato per accentuare le politiche di guerra.
Che alleanza possiamo fare con chi, nonostante i danni provocati dalle scelte di questi due anni, vuole continuare su questa strada?
Nessuna!
Questa è la strada che serve agli Usa per mantenere il loro dominio unipolare e globale, ma non può essere il nostro.
Dobbiamo dunque lavorare per costruire IL CAMPO CONTRO LA GUERRA.
Qualcosa si muove anche se è ancora poco: Il M5S ha votato contro alla risoluzione del parlamento europeo, la Lista promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle nasce proprio da questa consapevolezza: porre il tema della guerra come tema centrale, il 9 di marzo la Cgil e numerose associazioni promuovono una grande manifestazione a Roma per la pace.
Se una alleanza ha senso è questa: alleanza tra chi già da ora pone al centro del suo programma l’obiettivo prioritario di fermare le guerre.
Dunque: cessate il fuoco in Ucraina a Gaza, basta invio delle armi.
Una alleanza che prescinda da ciò non ha nessun senso.
P.s. Sono molto preoccupato. Mai avrai immaginato che a fronte di un massacro come quello avvenuto nelle ore scorse a Gaza, con quelle modalità, così atroce, non avrebbe provocato una forte reazione nel nostro Paese e in tutta Europa. Fino a pochi anni fa, per molto meno, si occupavano scuole, si fermavano fabbriche e uffici, si invadevano le strade. Non è successo nulla.
Temo che questa mancata reazione ci faccia scivolare in situazioni ancor peggiori e potremmo pagarla molto cara.
Diamoci da fare, non è mai troppo tardi!
(NB: questo commento è stato scritto ore prima delle manifestazioni del 2 marzo di Pisa, Roma, Firenze e Milano)
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