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Israeliani calpestano gli aiuti umanitari per Gaza
di Rossella Ahmad
Notizie sparse in questa domenica mattina.
La consueta parata di barbarie al valico di Rafah, in cui i visigoti del 21 esimo secolo ballano e cantano mentre impediscono il transito dei camion di aiuti umanitari ad una striscia di Gaza ridotta alla fame vera, quella che comincia a far morire di stenti i neonati.
Aiuti umanitari pagati dalla comunità internazionale, ovviamente. Che, quando riescono a passare, vengono calpestati dalle ruote dei cingolati, estremo disprezzo per la vita (altrui). E mostrati, anche, per sfregio, certi della impunità di cui da sempre gode il boss del quartiere. La legge internazionale siamo noi. Siamo appostati per strada e schiaffeggeremo chiunque ci dia fastidio.
Le parole del medico norvegese Mads Gilbert che ricorda ad un mondo imbambolato l'esempio di eroismo che giunge da Gaza, Ghazze al-Azze, l'orgogliosa. Che non riguarda più solo i suoi colleghi, simboli di coraggio ed infinita dedizione alla cura dei feriti nelle circostanze più spaventose possibili, ma è fenomeno collettivo.
Il compasso morale di questa umanità, a cui i palestinesi mostrano dove andare e cosa fare in termini di cura per i deboli, gli indifesi e gli innocenti.
La pazienza. L'orgoglio. Il sumud. La resistenza di un popolo a cui hanno tolto cibo ed acqua per costringerlo ad andar via, mentre i coloni europei sbavano al pensiero di una villetta vista mare e non si premurano neanche di nasconderlo. Osceni.
E però, in mezzo a tutta questa barbarie, la settimana scorsa è andata in onda in Campania una giornata di grande civiltà, bella bellissima, di sostegno e raccolta fondi per Gaza, vivificata da una partecipazione popolare e dall'arte di musicisti davvero incredibili.
Una giornata che resta tra i nostri ricordi più belli, senza dubbio.
Ah, by the way: il Nicaragua ha denunciato la Germania per complicità nel genocidio a Gaza. Che fine ingloriosa, per l'Europa.
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