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01 marzo 2024
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Le rovine della democrazia
di Ivano Sartori

Giorgia Meloni ha attaccato sfacciatamente Mattarella che, com’è suo diritto istituzionale e costituzionale, ha doverosamente fatto un rabbuffo alla polizia per il pestaggio di Pisa. La candidata in pectore al premierato, l’apprendista ducetta ha osato l’inosabile verso la più alta carica dello Stato. «Pericoloso far mancare il sostegno alla polizia» ha detto a brutto muso al presidente della Repubblica, già sentendosi de facto premier e trattandolo da sottoposto da redarguire e richiamare all'ordine.

Sì, per la Meloni le giacche blu e le giacche nere delle cosiddette forze dell’ordine non solo non debbono essere criticate in merito a un comportamento ben definito, bensì debbono essere ritenute sempre al di sopra di ogni sospetto, comunque si comportino in qualsiasi circostanza. La Meloni rivendica per poliziotti e carabinieri il diritto di avere mano libera, soprattutto se questa impugna il manganello o è in qualche altro modo armata.

Fanno da scodinzolanti coreuti alla Capa l’ex monarchico Tajani che fa il verso a Pasolini: «Gli agenti sono figli del popolo aggrediti da radical chic» e il Gran Capo degli sbirri Piantedosi che ha avuto la faccia tosta di sostenere che a Pisa era in pericolo l’incolumità dei poliziotti, catafratti da elmi e scudi, e quindi ha intimato: «No processi sommari alla polizia».

Processi sommari non ne sono stati fatti e di sicuro non ne saranno celebrati di giudiziari. La violenza poliziesca di Pisa, come tanti altri episodi analoghi del passato, sarà alla fine oscurata dall’archiviazione e dall’oblio. Lo Stato non divora i suoi pretoriani. Ne va della sua incolumità, che altro non è che l’incolumità degli uomini e delle donne al potere. Dove sono arrivati strisciando tra l’indifferenza e l’ignoranza degli elettori. Intontiti dalla disinformazione e da vent’anni di lavaggio del cervello berlusconiano.

Sono io che esagero o c’è troppa gente in giro, a cominciare dai democratici con un posto al sole, che minimizzano passeggiando tra le rovine della democrazia italiana con l’aria dei finti tonti e dei veri imbecilli?

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