Farabutteide
di Domenico Tiziani

Si potrebbe scrivere un poema sul sistematico ribaltamento della realtà da parte degli opinionisti "democratici".

In questo florilegio Massimo Gramellini avrebbe senza dubbio un posto d'onore.

Oggi, sul Corriere si lamenta perchè non c'è stato un moto popolare in difesa di Oleg Orlov, dissidente russo condannato a 2 anni di carcere e imputa questo fatto all'anti-americanismo congenito degli intellettuali, della gente di sinistra.

Abbiamo avuto decine di servizi nei tg su Orlov, articoli sulle prime pagine dei giornaloni, tg e giornaloni che non hanno speso una parola per Gonzalo Lira, giornalista Usa, morto in un carcere ucraino dove era stato rinchiuso per aver criticato Zelensky.

E nessuno si è stracciato le vesti per i 133 giornalisti uccisi dal fuoco mirato israeliano perché non raccontassero quello che avveniva a Gaza e ancora, sul fatto che il regista israeliano Yuval Abraham, vincitore con un documentario sulla condizione di apartheid che vivono i palestinesi in Cisgiordania, del Berlinale, non possa rientrare nel suo paese, Israele, appunto, per le minacce di morte indirizzate a lui e alla sua famiglia.

Nè da lui e da quelli come lui è stata spesa una parola per Julian Assange che rischia 175 anni di carcere per aver svelato gli orrori di cui si sono macchiati gli Usa in giro per il mondo.

Mr Gramellini non può ignorare questi fatti e dunque il suo silenzio è una scelta politica, precisa che lo pone , di diritto, nel novero della combriccola di quelli che parlano del dissidente russo ma tacciono sui numerosi dissidenti, uccisi, fatti tacere, imprigionati in Ucraina, in Israele, in quel "mondo libero" che piace tanto a Gramellini e a quelli come lui.

VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA