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Sudafrica: nipote di Mandela su FMI e conflitto in Palestina
di Ferny Zillo
Mandla Mandela, deputato sudafricano e nipote dell'ex presidente sudafricano Nelson Mandela, ha sollevato gravi critiche nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, sostenendo che queste istituzioni perpetuano la povertà nei paesi impoveriti anziché aiutarli a uscirne. Secondo Mandela, tali istituzioni servono gli interessi dell'Occidente e impongono condizioni che mantengono costantemente debito e povertà nei paesi in via di sviluppo.
Per Mandela, è fondamentale esplorare alternative a queste istituzioni finanziarie globali, come la Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), che offre un'alternativa al FMI e alla Banca Mondiale. Mandela ha enfatizzato l'importanza di considerare un sistema finanziario multipolare che possa garantire un maggiore equilibrio e una maggiore equità nel mondo.
Il Dr. Philani Mthembu, direttore esecutivo dell'Istituto per il dialogo globale a Pretoria, ha sottolineato che la diversificazione valutaria promossa dalla NDB potrebbe influenzare istituzioni consolidate come il FMI e la Banca Mondiale, portando a discussioni sulla riforma globale.
Inoltre, Mandela ha commentato l'escalation del conflitto israelo-palestinese, evidenziando la necessità di promuovere il multipolarismo per contrastare le ingiustizie e i crimini contro l'umanità. Secondo Mandela, il conflitto in Medio Oriente mette in evidenza l'importanza di allontanarsi da un sistema unipolare e sostenere una maggiore diversità e giustizia nel mondo.
Le opinioni di Mandela e Mthembu evidenziano la necessità di una riforma delle istituzioni finanziarie globali e di un maggiore impegno per un sistema multipolare che promuova equità, sviluppo sostenibile e pace nel mondo.
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