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25 febbraio 2024
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Gesti pro Ucraina per coprire crimini a Gaza. E manca la parola PACE
di Giuseppe Salamone

Ieri sono passato dalla manifestazione pro Ucraina a Milano, oggi ho visto almeno una decina di video e alcune foto. Quello che mi è saltato all'occhio è che non abbia visto una, dico una, bandiera della Pace.Non un cartellone con su scritto "cessate il fuoco". Curioso no?!

Ho percepito un clima che non riesco a descrivere, come se si manifestasse per chiedere una guerra ancora più forte e drammatica. La linea era quella di più armi e più soldi per difendere l'Europa perché l'Ucraina, essendo un "paese democratico", oggi rappresenta l'unica e ultima speranza per un mondo libero. Retorica e propaganda davvero a livelli estremi dove non è ammessa la parola pace come dimostrano anche gli interventi di politici e "intellettuali" presenti per l'occasione.

Queste sono manifestazioni che hanno un unico obiettivo: quello della guerra perché qualcuno gli ha imposto di normalizzare la guerra. Sembra di essere agli albori delle due grandi guerre mondiali dove l'unica soluzione per le vittime della propaganda era quella di una guerra globale. Ciò che mi ha dato speranza è stato il fatto che erano in pochi e quei pochi o erano Ucraini, che ovviamente e giustamente se ne guardano bene di ritornare in patria per mettere in campo ciò che dicono e diventare carne da macello (ma non si fanno scrupoli nel pretendere che lo facciano altri), o alcuni italiani vittime della propaganda di quei partiti che hanno venduto l'anima alla Casa Bianca.

Allo stesso tempo avevamo la donna, madre e cristiana che firmava accordi di sicurezza (pura propaganda al solo scopo di dimostrare di saper servire bene) con quel fantoccio di Zelensky e dichiarava che l'Ucraina è "casa nostra". Casa nostra di chi? Non è casa mia un paese governato da persone che si battono per la guerra e non per la pace, cara Giorgia Meloni.

Quello che è successo ieri a Kiev dimostra due cose, intanto che gli Usa hanno deciso, dopo averci distrutto economia e tessuto sociale con questa guerra per procura, di lasciarci la patata bollente e quindi suicidarci definitivamente sostenendo Zelensky e Company, che ormai hanno perso definitivamente la guerra, fino all'ultimo ucraino e magari fino all'ultimo europeo. La passerella G7 a Kiev con Giorgia Meloni in prima fila ci dice che il copione mandato da Washington è stato recitato alla grande.

Poi che questi teatrini rilanciati a reti unificate servono solo ed esclusivamente per cambiare ancora una volta la narrazione e per distogliere l'attenzione dal terrorismo di stato israeliano. Troppe piazze a sostegno della Palestina che contestualmente rivendicano il diritto di espressione che sta venendo sempre meno. Troppi crimini di guerra da parte dei sionisti che ormai non si possono più nascondere. Quindi meglio tornare a parlare di Ucraina secondo la tesi del "male minore" per lor signori.

Le manganellate hanno avuto l'effetto contrario e sempre più persone iniziano a scendere in piazza per manifestare il proprio disagio. Perché è chiaro che si scende in piazza contro un genocidio, ma lo si fa anche perché stanchi dal vedere un governo che agisce esattamente in senso contrario al volere della stragrande maggioranza del popolo macchiandosi di complicità in crimini di guerra, di non avere più voce in capitolo e della situazione economica e sociale al collasso.

A chi dice che scendendo in piazza non si risolve nulla, rispondo che è una delle poche azioni che durante la storia ha cambiato il corso degli eventi. Le piazze piene sono contagiose e per chi governa, vedere un fiume di persone che protesta contro le le loro azioni, è un qualcosa di pericoloso e inaccettabile.

Quindi la strada è quella della protesta pacifica a oltranza. Il periodo storico e il senso di umanità ce lo impongono.

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