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Namibia alla IJC: "a Gaza inferno in terra" e accusa la Germania
di Anna Carla Amato
Il ministro della Giustizia della Namibia, Yvonne Dausab, ha accusato venerdì la Germania di aver commesso il primo genocidio del ventesimo secolo in Africa. L'accusa si lega a quella su Gaza in quanto la Germania sta sostenendo le azioni di Israele a Gaza sia a livello politico che di finanziamenti.
Dausab è intervenuta a nome della Namibia durante i procedimenti tenuti dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) all'Aia che sta conducendo udienze durante tutta la settimana per valutare le conseguenze legali dei 75 anni di occupazione israeliana. La Corte che si concentrerà specificamente sugli ultimi 57 anni di occupazione, a partire dal 1967, con un numero senza precedenti di 52 nazioni, compresi gli Stati Uniti e la Russia, che dovrebbero presentare prove.
Il ministro della Namibia ha accusato la Germania di brutalità contro il popolo Herero e Nama e ha osservato che la Namibia conosce bene le ripercussioni di "occupazione, colonialismo, discriminazione sistematica, apartheid", sottolineando che è per questo motivo che la nazione lo considera un dovere morale e una " sacra responsabilità” di testimoniare contro “l’indifendibile occupazione della Palestina”.
Dausab ha chiesto alla Corte di porre fine all’ingiustizia che soffoca i palestinesi da oltre 57 anni, definendo la loro situazione “punizione collettiva” nella Striscia assediata e il numero di palestinesi assassinati da “Israele” a Gaza “senza precedenti nella storia recente”.
Questo "inferno in terra", ha osservato Dausab, è una "macchia sulla coscienza collettiva del mondo".
Durante la sessione, la professoressa Phoebe Okowa, docente di diritto internazionale pubblico all'Università di Londra e portavoce della Namibia, ha sottolineato che le tattiche razziste israeliane in Palestina violano i trattati fondamentali sui diritti umani e i principi del diritto internazionale.
Okowa ha chiesto alla corte di "chiarire che la proibizione dell'apartheid non è limitata all'Africa meridionale nel secolo scorso" e include piuttosto l'attuale politica di Israele nei territori palestinesi occupati.
La Corte Internazionale di Giustizia ha condotto venerdì il suo quinto giorno di udienze sulle ramificazioni legali delle attività di "Israele" nei territori palestinesi occupati su richiesta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e il procedimento si concluderà lunedì.
Namibia, Norvegia, Sultanato dell’Oman, Pakistan, Indonesia, Qatar, Regno Unito, Slovenia, Sudan, Svizzera, Siria e Tunisia hanno tutti testimoniato durante la sessione di venerdì.
Martedì davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, in una continua dimostrazione di solidarietà filo-palestinese, il Sud Africa ha denunciato l’apartheid israeliano in Palestina come peggiore di quello vissuto prima del 1994.
In un contesto correlato, i palestinesi di Gaza stanno portando avanti da mesi un procedimento penale presso un tribunale tedesco contro alti funzionari del governo tedesco che hanno sostenuto “crimini di guerra e genocidio israeliani” contro i palestinesi.
Gli avvocati delle vittime di Gaza hanno annunciato in una conferenza stampa venerdì a Berlino che è stata presentata una denuncia penale contro il governo tedesco per "aiuto e favoreggiamento al genocidio contro il popolo palestinese a Gaza fornendo armi a Israele e rilasciando relativi permessi di esportazione".
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il ministro degli Esteri Annalena Baerbock, il ministro della Difesa Boris Pistorius e il ministro degli Affari economici Robert Habeck sono stati tutti accusati di "complicità nel genocidio di Gaza" per aver sostenuto l'offensiva militare israeliana e consentito l'esportazione di armi verso Israele per un valore di 326 milioni di euro.
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