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Israele: conseguenze della risoluzione contro Stato di Palestina
di Roberto Rizzardi
Visto che Israele ha adottato, a suo tempo, il mancato riconoscimento del diritto alla sua esistenza da parte dei paesi arabi e delle organizzazioni palestinesi per giustificare anche moralmente le proprie azioni, direi che con questo pronunciamento sul non-diritto all'esistenza di uno stato palestinese non può certo aspettarsi che Hamas e OLP non lo utilizzino per rafforzare le loro di giustificazioni morali.
Israele pensa di avere la "vittoria finale" a portata di mano, quindi spinge sull'acceleratore per "risolvere" il problema palestinese prima che le crescenti proteste in campo internazionale per il suo operato possano imporre l'interruzione dell'offensiva in corso, e lo fa seppellendo la striscia di Gaza sotto una tempesta di fuoco omicida e implacabile.
Il problema è che millenni di storia insegnano che più è brutale la mano, meno è risolutiva l'azione, perlomeno in prospettiva storica.
L'unica soluzione definitiva passa per uno sterminio totale dell'antagonista, e forse è proprio questa l'idea che Netanyhau e soci stanno in fondo accarezzando, e se non stanno pensandoci allora stanno semplicemente coltivando le sventure prossime che si abbatteranno su di loro grazie alla furia vendicativa dei superstiti e dei loro eredi.
Che sia proprio uno dei popoli che più hanno sofferto per un olocausto a coltivare progetti di pulizia etnica totale è perlomeno paradossale, ignobile e indegno.
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