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22 febbraio 2024
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RdC, fannulloni e lavoro da schiavi: emerge la verità
di David Cappellini

Dai giornali: "Aperta la caccia agli stagionali, ma in 6 casi su 10 non si trovano".

Quindi il problema non erano le 480 euro medie del RdC come i media hanno urlato per mesi, tirando in modo bipartisan la volata al governo classista della Meloni. Sembra invece, che il problema della "bighellonite" che si è impossessata di un gran numero di italiani , principalmente giovani, fosse riconducibile ad altro.

Intanto l'aumento dei posti di lavoro a tempo indeterminato con cui il governo si fa bello, è dovuto proprio al fatto che le imprese, in assenza di domanda di posti di lavoro, hanno dovuto assumere i lavoratori già in organico con contratti stabili, trasformando molti dei contratti a tempo determinato. Ma il problema per i lavori stagionali è rimasto tale e quale, non si trovano addetti e questo perché gli stipendi rimangono stipendi da fame.

Di salario minimo non se ne parla proprio e allora si registra una fuga della manodopera stagionale e precaria da lavori usuranti e poco retribuiti. E questo indipendentemente dalle richieste di reddito di inclusione, il palliativo escogitato dal governo per raccontare che hanno "razionalizzato" il RdC, perché sono pochissime sia per la cifra irrisoria corrisposta, sia per gli obblighi imposti nel prenderlo, sia per il macchinoso iter che ne consente l'accesso.

In tutto questo processo mi pare si possa scorgere un netto cambio di mentalità, un po' sorprendente, un po' atteso. So che i sostenitori dell'Italia che si è fatta da sé e di tutta la retorica dei nonni che si sono tirati su le maniche per ricostruire il paese dopo la guerra, troveranno da ridire. Loro che hanno lavorato da schiavi e che con le loro rinunce e i loro sforzi eroici hanno reso il paese la terza potenza economica mondiale, sono in realtà vittime di un' altra narrazione.

Il paese lo hanno cambiato gli investimenti pubblici, le lotte per i diritti sociali e la distribuzione del profitto, non il lavoro da schiavi per un pugno di lenticchie. E se oggi siamo ritornati allo schiavismo lavorativo ed esiste anche una mentalità che lo appoggia, è stato un regresso, non un progresso.

La classe media ha vissuto di illusioni e raggiri, ha costituito la colonna portante di un sistema che si è gradualmente involuto dal punto di vista economico e politico ed ha permesso la demolizione e la spoliazione della cosa pubblica in cambio di promesse mai mantenute. Anzi, è diventata correa di un sistema che non riconosce la dignità del lavoro ed in cui ancora oggi muoiono i lavoratori nei cantieri, nella fatua speranza di un'elevazione sociale che non è mai arrivata e meno che mai arriverà con le elemosine e i condoni della Meloni.

Se oggi molte persone non vogliono degradarsi a schiavi sottopagati, fregandosene dell'indignazione degli schiavi inconsapevoli che vivono per lavorare e ribadiscono in modo chiaro che si lavora per vivere, rifiutando lo sfruttamento, allora forse non tutto è perduto.

E se a farlo sono i più giovani, tanto criticati e vilipesi, stufi di laurearsi con tanti sacrifici per sentirsi offrire 500 euro al mese o di andare a fare il lavapiatti a Londra, non ci deve essere nessuna indignazione da parte degli altri, ma una seria riflessione sul perché succede finalmente questo.

Mia generazione, i colpevoli siamo noi, prendiamone atto.


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