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21 febbraio 2024
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Radio RAI: va in onda il pensiero unico
di Giuseppe Salamone

Non ci ho mai trovato nulla di strano nell’invitare qualsiasi personaggio in tv o in radio poiché ritengo che il giornalismo serio si tenga in piedi dando voce a tutti. Tuttavia ciò che è andato oggi in onda nella radio pubblica a cura di Annalisa Chirico, non ha niente a che vedere col giornalismo bensì si tratta solamente di propaganda e legittimazione del terrorismo di stato israeliano.

Propaganda perché il racconto di Alon Bar, ambasciatore israeliano in Italia, è stato a senso unico con l'aggravante di avere dalla sua la signora (o signorina) che evidentemente non ha capito come si fa il mestiere del giornalista. Infatti non una sola domanda incalzante è stata posta all'inviato in Italia per conto del terrorismo di stato israeliano tantomeno hanno lontanamente toccato gli argomenti sui morti Palestinesi, l'occupazione illegale di territori e l'apartheid che Israele porta avanti da oltre 70 anni.

Legittimazione perché stendendo il tappeto rosso e compiacendo l'ambasciatore israeliano nella radio pubblica, non si fa altro se non sostenere la loro causa criminale per meri interessi di parte. È una legittimazione subdola che stenta a vedersi ma allo stesso tempo è molto efficace perché tende a normalizzare ciò che di normale non lo è, come per esempio la violazione quotidiana dei diritti umani e un genocidio. Ciò che sta succedendo in Palestina è soprattutto una conseguenza di questa legittimazione voluta fortemente da chi governa.

Questa legittimazione per conto del governo necessita di giornalisti un tanto al chilo disposti a piegarsi al potere sotterrando ogni briciolo di deontologia professionale. Però poi si riempiono la bocca con le parole libertà e democrazia quando nell'esercizio della loro professione non sono né liberi tantomeno democratici. Perché puoi pure invitare un personaggio che rappresenta un governo accusato di genocidio dal massimo tribunale di giustizia internazionale, il problema sta nel fatto di genuflettersi senza ritegno.

Si fanno chiamare giornalisti ma non sono altro che portavoce del padrone di turno. Qualunque esso sia...

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