Salvini il putiniano
di Elisa Fontana *

Ma davvero c'è in giro il coro delle vergini violate per la mancata condanna di Putin da parte di Salvini? Davvero sono tutti basiti? Davvero scendono tutti dal pero? Devono essere espatriati da un bel po' sulla nebulosa del Granchio per non avere contezza dei rapporti di Salvini con la Russia.

Devono mancare dall'Italia da talmente tanto tempo da non sapere dei legami fra Savoini e l'estrema destra russa, con Dugin in particolare, filosofo e teorico delle teorie più fasciste ed estreme che possiate immaginare. Furono paventati anche possibili reati, come la corruzione internazionale, poi archiviati dai magistrati che non trovarono riscontri. Ma i legami fortissimi fra la Lega e il mondo più retrivo e di estrema destra russo sono alla luce del sole, ostentati e per niente finiti.

L'ottimo Savoini, l'uomo del Metropol, l'ambasciatore della Lega in Russia, ha pensato bene di pubblicare un libro il cui sottotitolo è “ La lunga guerra dei poteri forti contro la Lega”, giusto per darvi un'idea dell'impianto ideologico del libro e del suo autore che non ha mai disdegnato frequentazioni russe e italiane neofasciste, penso a Malofeev a Mosca o Graziani (figlio del fondatore di Ordine Nuovo) e Carucci (ex dirigente nazionale di Forza Nuova e ora editore) in Italia.

E, dunque, dove sta tutta la meraviglia per una mancata condanna che per Salvini e i suoi avrebbe il sapore di una vera e propria abiura? E gli alleati di governo che cadono oggi dal pero niente sapevano e sanno di questi legami che sono tutti alla luce del sole? Ecco, ci risparmino l'ennesima presa per i fondelli e vadano a prendere in giro chi ancora accorda loro credibilità.

A noi è bastato vedere la meravigliosa capriola del Salvini giovane dai comunisti padani ai fascisti xenofobi putiniani per capire la stoffa del giovanotto. Tutto il resto è conseguenza.

* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio