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Il male a viso aperto
di
Francesco P. Esposito *
Talvolta devi partire da un fallimento odierno e accettato per arrivare a una soluzione futura.
Non si riesce subito a far desistere un ragazzino dallo spacciare? Si inizia a installargli il tabù di vendere droghe pesanti.
I minori sono risoluti nelle rapine? Oltre a raccontare una narrazione alternativa al crimine si spiega loro come le armi non si debbano portare.
Intercetti una conversazione al cellulare di tuo figlio dove organizza una rissa con spranghe e bastoni?
Oltre ai provvedimenti educativi doverosi spiegagli come armi e oggetti atti ad offendere siano spesso più rapidamente mortali delle mani.
Non è complicità, non è dar confidenza al male.
È combattere tutto chiamando il Male con il proprio nome, guardandolo in faccia.
Senza retorica, senza nasconderlo nell'armadio delle scope.
Considerando che forse il ragazzo, nonostante un ottimo lavoro della famiglia, voglia ugualmente delinquere.
Perché le cose non capitano solo agli altri.
E tu cosa ne pensi: bisogna essere sempre e solo inflessibili?
* Criminologo forense, Componente del Comitato Tecnico giuridico dell'Osservatorio
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