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21 febbraio 2024
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Russia: blogger militare si sucida lasciando critiche all'esercito
di Francesco Dall'Aglio

Stamattina presto un blogger militare russo abbastanza noto, Andrey ‟Murz” Morozov, si è ucciso lasciando sul suo canale, ‟Нам пишут из Янины" una serie di post lunghissimi in cui spiega i motivi del gesto.

‟Murz” era un tipo di persona abbastanza diffusa nell’ambiente dei blogger militari russi, un ‟doomer”, come vengono definiti, uno per il quale va sempre tutto male, i soldati non sono addestrati, gli ufficiali sono corrotti, i generali inetti, gli equipaggiamenti mancanti o da rottamare eccetera, cosa che per ovvi motivi lo rendeva particolarmente apprezzato dalla propaganda ucraina, che spesso pescava dai suoi post e proiettava problemi specifici e localizzati sull’intero esercito russo (un esempio tipico: nell’inverno 2022-2023 alcune unità avevano segnalato problemi nella distribuzione di indumenti invernali; Morozov e altri avevano ripreso la notizia e l’avevano amplificata, offrendo alla propaganda ‟nostra” l’occasione di dire che l’esercito russo non aveva distribuito indumenti invernali a nessuna unità. Eccetera).

Però evidenziava anche problemi concreti e difficoltà reali, oltre ad essere attivissimo nelle raccolte di materiale per il fronte, e per questo era una voce abbastanza ascoltata anche se il personaggio era piuttosto particolare, perfino nel particolare ambiente del nazionalismo russo di trincea: misticheggiante, vittimista (a sentir lui i ‟poteri forti” russi lo boicottavano dai primi anni 2000), rabbioso, rancoroso, passava nell’arco di mezza giornata dall’entusiasmo più estremo alla disperazione più profonda e di nuovo all’entusiasmo, insomma il classico ‟russo” da romanzo dell’Ottocento.

Non lo seguivo sempre, devo ammettere, per queste sue caratteristiche che a volte rendevano le sue analisi completamente inutili. Inoltre scriveva in modo eccessivamente barocco, con una tessitura di citazioni spesso difficile da seguire (nel suo documento d’addio spazia dal bushido - si sentiva un samurai e non aveva problemi a scriverlo - a Pushkin, Terminator, Rick e Morty e i film di guerra sovietici degli anni ‛60, e queste sono quelle esplicite, ce ne sono molte altre), però era sicuramente una voce interessante.

Stando a quanto scrive, il ‟compagno colonnello” dell’unità in cui serve (pro forma, perché per la commissione militare era cardiopatico), la 4a brigata di fanteria motorizzata, unità in precedenza appartenete alla repubblica di Lugansk e in seguito inquadrata nell’esercito russo con tutti i problemi del caso (e questa disparità di trattamento e di equipaggiamento era uno dei suoi crucci e dei suoi rancori principali) gli ha ordinato, su ordine del comando ‟costretto a farlo dalla prostitute politiche guidate da Vladimir Solovyov”, di rimuovere un suo post nel quale discuteva delle perdite russe ad Avdiivka che secondo le sue fonti, che ovviamente non conosciamo, da ottobre all’altro ieri ammontano a 16000, e 300 mezzi.

Perdite che sono una frazione di quelle subite secondo le fonti ucraine, ma che sono certamente alte e, anche se a me (e soprattutto ad altri) sembrano esagerate, non sono incredibili se spalmate su 5 mesi di combattimenti ininterrotti. Lui ha accettato, scrive, di rimuovere il post perché altrimenti il comando non avrebbe mandato più rifornimenti alla sua unità (il vittimismo di cui sopra, figuriamoci se lo Stato maggiore russo non rifornisce più le unità al fronte perché ‟Murz” ha scritto cose sgradite), quindi non solo ha rimosso il post ma ha deciso di uccidersi, per non creare più problemi alla sua unità e perché ormai disilluso dall’andamento delle cose, nonostante l’ottimismo del colonnello che gli diceva di portar pazienza fino alle elezioni, perché poi si sarebbe risolto tutto.

Nei giorni precedenti aveva condiviso lunghe rimuginazioni su cose avvenute ben prima che la guerra iniziasse, specialmente nel 2018 (non conosco tanto bene la sua storia personale per sapere perché fosse così fissato col 2018), e segnalare problemi tra le truppe del Donbas e l’esercito regolare, insultando a più riprese i membri di varie unità russe tra cui i ‟veterani” che hanno preso Tsarska Ohota spuntando dalla condotta sotterranea, accusandoli di codardia. Insomma, un quadro psichico non ottimale in una situazione di grandissima tensione emotiva.

Si è naturalmente subito diffusa la voce che sia stato ucciso, ma il documento che ha lasciato è talmente tanto lungo, e soprattutto così tanto scritto nel suo stile che tenderei a escluderlo. Inoltre ha lasciato istruzioni precise ad alcuni suoi colleghi e al suo avvocato perché recuperassero gli hard disk dove, sostiene, ha accumulato tutto il materiale compromettente che ora bisognerà diffondere, il suo testamento (come tutti i personaggi del genere in pratica non possedeva nulla) e la richiesta di utilizzare i suoi pochi soldi per acquistare droni per la sua unità e per costruire un monumento funebre a sua madre (che, apprendo, era uno degli ingegneri che hanno lavorato al Buran).

Il suo documento di addio sta ovviamente facendo parecchio rumore, con un quantità di visualizzazioni, interazioni e commenti altissima (qui il ricordo di uno dei suoi colleghi: https://t.me/ghost_of_novorossia/20541). Vedremo se davvero negli hard disk ci sono dati compromettenti – secondo il blogger che ho appena citato, aveva diffuso sì e no il 5% dei problemi di cui era a conoscenza. Ad ogni modo è stato postato alle 6.02 di stamattina e nessuno lo ha eliminato, segno che buona parte dei suoi timori erano quantomeno esagerati.


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