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IJC, udienza: dovere degli stati membri far cessare presenza israeliana in Palestina
di
Rossella Ahmad
Ieri è stata anche la giornata in cui si aprivano le udienze alla Corte Internazionale dell'Aja sulle conseguenze dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi. La prima udienza è stata a tratti molto commovente.
Ho riflettuto sul fatto che, dopo 75 anni di totale impunità sia formale che fattuale, Israele è per la seconda volta nel giro di un mese dinanzi alla massima Corte di giustizia, e per crimini che fanno tremare le vene dei polsi: quello di genocidio, innanzitutto, l'accusa più infamante per uno stato e per un popolo, quello che ti relega immediatamente tra gli stati-paria senza possibilità di redenzione; e quello di occupazione illegale di territori altrui, e delle conseguenze legali di essa.
Riporto la traduzione di uno degli interventi più efficaci, quello del giurista franco-britannico Philip Sands:
"L'occupazione è illegale e deve essere portata ad una fine immediata, incondizionata e totale. Il diritto all'autodeterminazione richiede che gli stati membri delle Nazioni Unite mettano immediatamente fine all'occupazione israeliana. Nessun aiuto, nessuna assistenza, nessuna complicità, nessun contributo ad azioni di forza, nessun supporto in denaro né in armi né in commercio né in nulla. Tutti gli stati membri sono obbligati per legge a mettere fine alla presenza israeliana sul territorio della Palestina. Punto".
I sodali di Israele prendano nota, la lista dei loro crimini si allunga.
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