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Israele: bombarderemo Rafah nel Ramadan se non cedete armi e ostaggi
di
Tamara Gallera
Il ministro del Gabinetto di Guerra israeliano Benny Gantz ha minacciato domenica di invadere la città di Rafah durante il mese di digiuno musulmano del Ramadan se gli ostaggi tenuti da Hamas non saranno rilasciati e Hamas non cederà le armi.
Ovviamente, se Hamas riconsegnasse adesso gli ostaggi non vi è alcuna garanzia che i bombardamenti non proseguirebbero, visto che le promesse di risparmiare zone della striscia in cui Israele aveva spinto gli abitanti di Gaza dicendo di evacuare la città sono state poi disattese. Ma la richiesta estrema di Tel Aviv è in tutta evidenza una scusa per poter avere una giustificazione per attaccare.
“Lo dico molto chiaramente: Hamas ha una scelta. Possono arrendersi, rilasciare gli ostaggi e in questo modo i cittadini di Gaza potranno celebrare la festa sacra del Ramadan”, ha detto Gantz in una conferenza a Gerusalemme.
L'esercito israeliano prevede di lanciare un attacco di terra a Rafah, dove vivono più di 1,4 milioni di residenti in cerca di rifugio dalla guerra, per sconfiggere quelli che Tel Aviv chiama i restanti "battaglioni di Hamas".
I palestinesi hanno cercato rifugio a Rafah mentre Israele bombardava il resto dell’enclave dal 7 ottobre uccidendo quasi 29.000 persone, di cui il 40% bambini, e causando distruzioni di massa e carenza di beni di prima necessità.
Gantz, ex ministro della Difesa, ha affermato che l’invasione di Rafah avverrà in coordinamento con “i nostri partner americani ed egiziani per ridurre al minimo le vittime civili”, secondo il quotidiano The Times of Israel.
"Il mondo deve sapere, e i leader di Hamas devono saperlo, che se entro il Ramadan i nostri ostaggi non saranno a casa, i combattimenti si estenderanno all'area di Rafah", ha aggiunto.
Il Ramadan, il mese più sacro del calendario islamico, dovrebbe iniziare il 10 marzo.
Si ritiene che Hamas tenga più di 130 ostaggi israeliani.
Israele è accusato di genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia. Una sentenza provvisoria di gennaio ha ordinato a Tel Aviv di fermare gli atti di genocidio e di adottare misure per garantire che venga fornita assistenza umanitaria ai civili a Gaza.
Ovviamente il bombardamento di Rafah non andrebbe nella direzione indicata dalla Corte.
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