Russia e Occidente collettivo
di Gabriele Germani

L'attuale situazione tra Russia e Occidente collettivo era probabilmente inevitabile e non per prese di posizione da parte russa.

Andiamo per gradi:

1) Crolla l'URSS, i russi dicono che ci fu un accordo informale sulla non estensione della NATO ad Est, gli USA oscillano tra "non ci fu accordo" e "non firmammo nulla". Per certo sappiamo che politici, studiosi e militari di USA, URSS e Europa suggerirono di non estendere la NATO ad Est.

2) Gli USA estendono gradualmente la NATO ad Est, chiudendo il Baltico (e quindi accerchiando Kaliningrad); la Russia cerca di mantenere un dialogo aperto con l'Occidente fino ai primi anni 2000.

Tutti ricorderete le gitarelle di Putin in Italia con Berlusconi, ma -più nel concreto-: totale sostegno alla lotta di Bush contro il terrorismo o accordi energetici con la Germania (sostenuti da politici o ex politici tedeschi in prima persona).

3) L'Occidente al contrario ha creato un clima negativo verso la Russia e i suoi alleati, a partire dalla guerre jugoslave e dai ripetuti bombardamenti su Belgrado (non ultima la vicenda Kosovo) a finire con l'intervento in Siria e il rapporto ambiguo petromonarchie-USA-ISIS.

Sullo sfondo la questione USA-Iraq (mentendo spudoratamente alla comunità internazionale), il pantano afghano, le rivoluzioni arancioni e la questione Libia (trasformata in un inferno nel dopo Gheddafi). Il fatto di fondo è che la dottrina geopolitica anglo-statunitense, da inizio '900, prevede la non formazione di una grossa potenza economica, territoriale, demografica e militare terrestre.

Le grandi guerre del Novecento sono state combattute tra questi Stati di terra e Stati di mare, con i secondi concentrati sui commerci e sul controllo delle rotte.

La Russia, al termine della Guerra Fredda, è stata ingannata, gli USA non hanno mai avuto nessuna intenzione di permetterne l'integrazione nel sistema di sicurezza occidentale, anzi hanno puntato ad accerchiarla, infiltrarla e dividerla.