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18 febbraio 2024
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Due stati: soluzione irrealistica
di Rossella Ahmad

Haim Bresheeth è un accademico ebreo, regista, fotografo e professore associato al SOAS di Londra, nonché autore di importanti libri sulla costituzione dello stato d'Israele in terra palestinese e fondatore dello Jewish Network for Palestine. Anti-sionista, dunque. E anti-israeliano per i sostenitori del suprematismo religioso in terra santa.

Bresheeth ha da sempre paragonato la colonizzazione israeliana della Palestina al Sudafrica dei bantustan, essendo uno dei massimi propugnatori della necessità di un boicottaggio economico e culturale all'entità sionista allo stesso modo in cui esso fu applicato al Sudafrica della segregazione razziale, ponendo così fine al regime di apartheid nel paese.

"Ciò che vogliamo ovviamente non è un cessate il fuoco. Il cessate il fuoco non significa nulla, perché vuol dire che il fuoco può ricominciare. No, noi vogliamo la fine del progetto sionista e una Palestina in cui possano convivere tutte le componenti religiose, come accadde nell'Andalusia, come accadde in Palestina, come accadde nell'impero ottomano, in Sudafrica ed in tutto il nord-Africa e nel medioriente, senza alcun genocidio, né antisemitismo né islamofobia, né pogrom né olocausti.

Io credo che sia questo ciò che vogliamo. E penso che sia ciò che alla fine avverrà. La posta in gioco è molto alta, e non si tratta solo della Palestina, ma di un Medioriente in cui sia messa la parola fine all'azione dell'occidente. La fine dell'apartheid in Palestina porterà al genere di convivenza che abbiamo già sperimentato in altre epoche in Medioriente".

Ed è questo il senso della frase che è da sempre nel nostro cuore e sulle nostre labbra nelle manifestazioni, nei cortei, nelle piazze, nelle università, dovunque: Palestina libera dal fiume al mare significa proprio ciò che dice Bresheeth, ed ogni palestinese ed ogni sostenitore della causa palestinese lo sa.

La stessa frase, pronunciata da un sionista ha il sinistro significato suprematista, razzista ed esclusivista che il colonialismo europeo ha assegnato a quel progetto. Fingere di non saperlo è un'altra delle tante forme di falsificazione della realtà di cui Israele si serve per proseguire nella sua opera di etnicidio, di devastazione della Palestina storica e di assassinio dei suoi figli.

La creazione dello stato suprematista coloniale in Palestina è fallito. Alla favoletta dei due stati credono ormai solo Tajani, Noa e pochi altri millantatori, desiderosi di circuire per altri trent'anni il popolo palestinese con il miraggio di un territorio che non c'è, caduto già da tempo nelle grinfie fameliche delle orde di coloni suprematisti. È tempo di ritornare con i piedi per terra per chi voglia e possa.

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