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17 febbraio 2024
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ICJ nega altre misure per proteggere Rafah: quelle stabilite già sufficienti
di Gabriella Mira Marq

La Corte internazionale di giustizia (ICJ) ha risposto negativamente alla richiesta presentata il 13 febbraio dal Sud Africa di utilizzare ulteriori misure provvisorie per prevenire un genocidio a Rafah.

Venerdì la ICJ ha emesso una decisione in cui afferma che non saranno adottate misure aggiuntive, oltre a quelle già ordinate il 26 gennaio 2024 in quanto quelle ordinate il 26 gennaio sono già sufficienti.

"Questa situazione pericolosa richiede l'attuazione immediata ed effettiva delle misure provvisorie indicate dalla Corte nella sua ordinanza del 26 gennaio 2024, che sono applicabili in tutta la Striscia di Gaza, compresa Rafah, e non richiede l'indicazione di ulteriori misure provvisorie", ha sottolineato la ICJ.

La Corte ha affermato: "Gli sviluppi, soprattutto a Rafah, aumenterebbero notevolmente quello che è considerato un incubo umanitario con conseguenze indicibili".

Ha aggiunto che "Israele resta obbligato a rispettare la Convenzione sul genocidio, inclusa la garanzia della sicurezza dei palestinesi a Gaza".

Oltre agli organismi dell'ONU e all'UE, moltissimi paesi, anche occidentali, hanno messo in guardia Israele dal compiere un attacco a Rafah, dove quasi un milione e mezzo di rifugiati sono sfollati per via dei bombardamenti nel resto della striscia di Gaza e vivono come in un enorme campo profughi.

Israele tuttavia non ha receduto dalle intenzioni più volte manifestate.

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