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Maariv: piano per ripopolare Gaza sotto controllo dell'esercito israeliano
di
Mauro W. Giannini
Un piano israeliano, finanziato dagli Stati del Golfo, prevede di accogliere inizialmente i cittadini di Gaza che non sostengono Hamas nei quartieri e poi di attuarlo nelle città, ma il suo destino sarà simile all'invasione americana dell'Iraq, all'emergere di Al- Qaeda e poi Isis, dopodiché aumenta l'influenza dell'Iran. E' quanto affermato dal quotidiano israeliano Maariv.
Secondo la testata, presso la sede dei servizi di sicurezza a Tel Aviv è in preparazione un piano da attuare dopo la fine della guerra a Gaza, che prevede la creazione di “enclave di popolazione” nella Striscia di Gaza, sotto forma di quartieri da popolare con un numero limitato di residenti della Striscia “non favorevoli ad Hamas”.
Secondo il piano, un comitato esecutivo palestinese supervisionerà gli affari interni di queste enclave e l’esercito israeliano sarà responsabile della sicurezza. In Israele sperano che i paesi del Golfo finanzieranno questo progetto.
Il giornale aggiunge che in Israele stanno progettando un primo esperimento, e se avrà successo in una “tasca”, il piano sarà applicato in altre “tasche”, e poi questo piano sarà applicato a “intere città”.
Il piano si basa sulla “cooperazione” tra Israele e rappresentanti locali, con l'obiettivo di escludere Hamas e l'Autorità Palestinese. “È attualmente in corso la ricerca degli abitanti di Gaza che accettino di collaborare” al primo esperimento.
Il giornale - che è di destra - osserva che questo piano "sembra promettente" ma ha avvertito che la realtà è diversa: "Fin dall'inizio, Hamas dichiarerà queste enclave aree ostili e i leader locali verranno etichettati come collaborazionisti. Il loro sangue sarà sprecato e le loro vite saranno a rischio. Anche i residenti saranno esposti a pericoli e pressioni."
Questo piano israeliano non si rivolge al resto della popolazione della Striscia di Gaza, che costituisce la stragrande maggioranza. Non è chiaro come vivranno e chi si prenderà cura di loro. “Una popolazione povera o insoddisfatta è un nemico automatico. Al suo interno cresceranno proteste violente e potenti” (sembra strano non l'abbiano capito prima, trattando con maggiore umanità e equità i palestinesi di Gaza.
Il giornale sottolinea che anche la questione del finanziamento non è garantita, “perché i paesi del Golfo chiederanno di finanziare un progetto pilota e chiederanno garanzie sulla sua stabilità”.
Il quotidiano si chiede: “Come verranno selezionati i cittadini che verranno inclusi nell'esperimento? Saranno sottoposti a test di ammissione? E se in una famiglia ci sono lealisti di Hamas, alcuni di loro otterranno il privilegio e i loro parenti verranno respinti? E cosa farà Israele con decine di migliaia di dipendenti pubblici nella Striscia di Gaza, tutti quanti lavoravano nel governo di Hamas? Li lascerai al loro destino?"
E aggiungeva: "Anche se il braccio militare di Hamas venisse eliminato, un numero sufficiente di loro, che hanno esperienza militare, rimarranno nella Striscia di Gaza, e sfideranno tutti coloro che rappresentano il nuovo governo. Se gli ordini verranno impartiti L'esercito israeliano per difendere queste enclave, i suoi soldati diventeranno un bersaglio. Coloro che saranno delusi (i palestinesi) si riuniranno in milizie armate. Una milizia e forse di più in ogni città. E i nemici di Israele, in particolare l'Iran, o forse gli islamici il capitale o le organizzazioni jihadiste nel Sinai, lo sosterranno a distanza con finanziamenti, armi e addestramento”.
Il giornale aggiunge che allora “non ci sarà nessun partito su cui si possa fare pressione o su cui si possa parlare, perché nella Striscia di Gaza non ci sarà alcun governo centrale. L’esercito israeliano potrebbe essere indotto a inseguire quotidianamente e senza sosta queste cellule". Questo è quello che è quasi successo in Iraq, quando l’esercito americano ha invaso Baghdad e rovesciò Saddam Hussein, "smantellò il suo esercito e gettò i suoi ufficiali e soldati all'inferno. Sulla scia di ciò è nata Al-Qaeda in Iraq, formata da ufficiali e soldati dell’esercito di Saddam, che si sono vendicati degli americani”.
Il giornale concludeva, alludendo al destino del piano delle “enclave demografiche” nella Striscia di Gaza, che “l’esperienza americana in Iraq è stata e rimane un glorioso fallimento. Un’amministrazione americana ha incoraggiato incautamente la fondazione di Al-Qaeda, mentre un’altra amministrazione, fuggendo, ha invitato l’Isis a nozze. E avevano buone intenzioni”.
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