 |
Sudafrica all'ONU: Rafah campo profughi di fatto, fermare Israele
di
Gabriella Mira Marq
Martedì il vice rappresentante permanente del Sudafrica presso le Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per l'attacco annunciato da Israele alla città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che ospita più di 1 milione di persone in cerca di rifugio dalla guerra di Israele contro l’enclave.
"L'annuncio di operazioni militari estese a Rafah, che si è trasformato di fatto in un campo profughi, perpetua ulteriormente lo sfollamento dei palestinesi e minaccia i mezzi di sussistenza quasi inesistenti dei civili", ha dichiarato Marthinus van Schalkwyk durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul mantenimento delle pace e sicurezza internazionale, aggiungendo che ciò ignora completamente l'ordinanza della Corte internazionale di giustizia (ICJ) emessa il 26 gennaio, ha aggiunto.
Le sue osservazioni sono arrivate dopo che il Sud Africa ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di valutare urgentemente le intenzioni di Israele di espandere la propria presenza militare a Rafah, esortandolo a considerare se sia necessario che la Corte usi il suo potere per prevenire un'ulteriore violazione dei diritti dei palestinesi.
Alla fine del 2023, il Sudafrica ha presentato una causa alla corte delle Nazioni Unite, accusando Israele di non aver rispettato gli impegni assunti ai sensi della Convenzione sul genocidio del 1948.
L’ICJ, nella sua sentenza provvisoria di gennaio, ha affermato che le affermazioni del Sud Africa sono plausibili. Ha ordinato misure provvisorie affinché il governo israeliano desista da atti di genocidio e adotti misure per garantire che venga fornita assistenza umanitaria ai civili a Gaza.
"Questo Consiglio continua ad essere testimone degli effetti devastanti dei conflitti armati sui civili, esacerbando le crisi umanitarie, così come l'insicurezza alimentare e nutrizionale.
"Si tratta di un palese disprezzo del diritto internazionale umanitario, in particolare della mancata protezione dei non combattenti coinvolti nel fuoco incrociato, così come del deliberato rifiuto di accesso agli aiuti umanitari, che rimane prevalente", ha affermato Van Schalkwyk.
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier diritti
|
|