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14 febbraio 2024
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Fake news da Israele: un fiume smentito a volte dagli stessi israeliani
di Rossella Ahmad

La bugia è il loro marchio di fabbrica. Non riescono a prescindere dal comportarsi da mentitori. È un fiume interminabile di fake news, che parte dalla costituzione dello stato d'Israele ed arriva a ieri, alle immagini di inesistenti aiuti umanitari da spedire a Gaza con tanto amore assieme ad un altro kilotone di bombe spezzaossa. Ovviamente si trattava di un'altra fake news per polli, la foto era del 2022 e gli aiuti erano quelli inviati in Ucraina.

Ci vuole in realtà molto poco a debunkerizzare tutta la paccottiglia che da Tel Aviv arriva alla bolla occidentale delle Mare Venier. Porsi all'opposto esatto di ciò che dicono è il mezzo più consono per comprendere dove sia la verità, un po' come accade con la TV, che tra l'altro ne è diretta emanazione e megafono.

Qualche volta si debunkerizzano da soli. È il triste caso di Sandra Ifrah, la portavoce del Collettivo dell'unione delle donne per la Pace (quella eterna, dei palestinesi), la quale ha dichiarato al canale francese CNEWS che la storia della donna israeliana stuprata da 67 membri di Hamas - 67 diversi sperma ritrovati all'interno del suo corpo, io boh - era falsa. Inventata. Tanti saluti e grazie.

E qui devo fare un inciso che per me è molto importante: queste persone sono fortemente disturbate ed hanno fantasie perverse che attengono principalmente ai forni ed allo stupro. Chi segua le dirette tra tiktoker palestinesi ed utenti israeliani, sa di cosa parlo. In particolare lo stupro. Ci hanno la fissa, ne parlano di continuo, è un ininterrotto minacciare di stupro, stuprare, vengo e ti stupro, stupro tua madre, stupro, stupro e ancora stupro.

Sarebbe il caso che intervengano persone competenti e molto, molto brave. C'è bisogno di riportarli sul pianeta degli umani o, quantomeno, dei sani di mente. Per adesso vagano come zombie su un piano che non è il nostro, si nutrono della sofferenza dei bambini, ne godono, la minacciano, la invocano, si beano. E questo è ciò che vediamo quotidianamente.

Se non fossero così cattivi farebbero pena. Se non ci fosse di mezzo un genocidio tra i più vigliacchi mai perpetrati, farebbero ridere, loro e la stele di paperinik alla quale si aggrappano.

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