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13 febbraio 2024
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Israele bandisce Francesca Albanese
di Mauro W. Giannini

Lunedì Israele ha vietato l'ingresso della relatrice speciale delle Nazioni Unite per i palestinesi, Francesca Albanese.

"L'epoca del silenzio degli ebrei è finita", hanno affermato in una dichiarazione congiunta il ministro degli Esteri Israel Katz e il ministro dell'Interno Moshe Arbel. "Se l'ONU vuole tornare ad essere un organismo rilevante, i suoi leader devono sconfessare pubblicamente le parole antisemite dell'Inviata Speciale e licenziarla in modo permanente", hanno affermato.

Funzionari israeliani accusano la relatrice delle Nazioni Unite di aver giustificato l'attacco transfrontaliero del 7 ottobre da parte del gruppo palestinese Hamas in un post su X.

In risposta a un post di Le Monde in cui si parlava del presidente francese Emmanuel Macron che onorava gli israeliani uccisi nell'attacco di Hamas, Albanese aveva scritto "Il 'più grande massacro antisemita del nostro secolo'? No, signor Emmanuel Macron. Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro ebraismo, ma in risposta all'oppressione di Israele. La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo". I miei rispetti alle vittime".

Il bando di Israele nei confronti di Albanese fa seguito a una precedente decisione del dicembre 2023 di revocare il visto di residenza del coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Lynn Hastings.

Israele ha attaccato referenti o istituzioni dell'ONU in più occasioni. Oltre ad Albanese e Guterrez, il segretario generale, ha ripetutamente criticato che nessun organismo ONU sia intervenuto a condannare gli stupri che Tel Aviv sostiene siano avvenuti il 7 ottobre ma che non sono mai stati dimostrati, nonostante Israele disponesse dei corpi che sosteneva fossero stati oggetto di pratiche distruttive.

All'indomani della sentenza della ICJ, la massima Corte dell'ONU, che aveva stabilito da un lato di avere giurisdizione sull'accusa portata dal Sudafrica a Israele di genocidio e dall'altro che Tel Aviv dovesse prevenire ogni dichiarazione o atto di genocidio, Israele ha attaccato l'Agenzia ONU per i rifugiati (UNRWA) dichiarando che 12 suoi impiegati avevano partecipato all'attacco del 7 ottobre 2022.

Ciò ha comportato il ritiro dei finanziamenti all'agenzia da parte di numerosi paesi occidentali, salvo scoprire che non vi erano prove di quanto dichiarato da Israele e che (forse) solo tre o quattro impiegati avevano un labile collegamento con l'attacco. Il che ovviamente non significa che UNRWA ne abbia alcuna responsabilità.

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