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13 febbraio 2024
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Procuratore Khan, che indaga su crimini Israele, preoccupato per attacco a Rafah
di Aurora Gatti

Lunedì il procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI) ha espresso profonda preoccupazione per il bombardamento segnalato e la potenziale incursione di terra da parte delle forze israeliane nella città di Rafah, nel sud di Gaza. "Il mio ufficio ha un'indagine attiva e in corso sulla situazione nello Stato di Palestina. Questa viene portata avanti con la massima urgenza, con l'obiettivo di assicurare alla giustizia i responsabili dei crimini previsti dallo Statuto di Roma", ha affermato Karim Khan su X.

Ha ribadito l'importanza di sostenere le leggi dei conflitti armati e ha sottolineato che "tutte le guerre hanno delle regole e le leggi applicabili ai conflitti armati non possono essere interpretate in modo da renderle vuote o prive di significato". I palestinesi hanno cercato rifugio a Rafah mentre Israele martella il resto dell’enclave dal 7 ottobre. Il conseguente bombardamento israeliano ha ucciso più di 28.000 persone, per lo più donne e bambini, e ha causato distruzioni di massa e penuria di beni di prima necessità.

Khan - che è il magistrato che ha emesso il mandato d'arresto per Putin per supposti crimini infinitamente minori di quelli perpetrati da Israele - ha sottolineato che, nonostante i suoi messaggi coerenti, anche durante una visita alla città palestinese di Ramallah lo scorso anno, non c’è stato alcun cambiamento percepibile nella condotta di Israele.

"Come ho più volte sottolineato, coloro che non rispettano la legge non dovrebbero presentare reclamo in seguito quando il mio Ufficio agirà in base al suo mandato", ha detto, aggiungendo che il suo ufficio sta indagando attivamente su eventuali presunti crimini e che coloro che violano il diritto internazionale saranno ritenuti responsabili.

Khan ha anche chiesto il rilascio immediato di tutti gli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza, sottolineando che questo rimane un punto cruciale delle indagini.

In una sentenza provvisoria di gennaio, la Corte internazionale di giustizia - organismo ONU distinto da quello presso il quale opera Khan - ha ordinato al governo israeliano di desistere da atti di genocidio e di adottare misure per garantire che venga fornita assistenza umanitaria ai civili a Gaza.

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