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Netanyahu richiama i riservisti per l'operazione a Rafah
di
Mauro W. Giannini
Sabato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto all'esercito israeliano di rimobilitare i soldati di riserva in preparazione di un'offensiva di terra nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, hanno riferito i media israeliani.
Secondo Channel 13, il capo di stato maggiore Herzi Halevi ha dichiarato: “L’esercito sarà in grado di gestire qualsiasi missione, ma ci sono aspetti politici che devono essere affrontati prima”.
Un alto funzionario israeliano, che ha preferito restare anonimo, ha detto al canale: “L’operazione a Rafah si sta avvicinando”.
Venerdì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato ai militari di presentare un duplice piano per evacuare i residenti palestinesi da Rafah, dove risiedono più di 1 milione di residenti in cerca di rifugio dalla guerra, e per sconfiggere i rimanenti “battaglioni di Hamas”.
I palestinesi hanno cercato rifugio a Rafah mentre Israele attaccava il resto dell’enclave in seguito all’incursione di Hamas del 7 ottobre. Il bombardamento ha ucciso più di 28.000 persone, oltre a provocare distruzioni di massa e penuria di beni di prima necessità.
La decisione di Israele di attaccare Rafah, dove si sono radunati e rischiano la vita oltre un milione di Palestinesi, di cui 600.000 bambini, ha generato la reazione di organizzazioni come Unicef e Amnesty International, di Paesi come Egitto, Iran, Yemen, nonché di UE e Lega Araba. Egitto, Iran e Houthi hanno risposto con quelle che più o meno chiaramente sono minacce di ritorsione.
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