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Uganda rinnega sua giudice all'ICJ oppostasi alle misure per Israele
di
Anna Carla Amato
Il governo ugandese ha disconosciuto il giudice Julia Sebutinde, una deli 17 giudici componenti il collegio della Corte internazionale di giustizia che ha valutato la causa intentata dal Sudafrica contro Israele per genocidio. Ciò a seguito del suo voto contro tutte le misure provvisorie stabilite dalla Corte contro Israele.
Il rappresentante permanente dell’Uganda presso le Nazioni Unite, Adonia Ayebare, si è rivolto a X per rinnegare Sebutinde, affermando: “La sentenza del giudice Sebutinde presso l’ICJ non rappresenta la posizione del governo dell’Uganda sulla situazione in Palestina. Il sostegno dell’Uganda alla difficile situazione del popolo palestinese è stato espresso attraverso il nostro comportamento nel voto alle Nazioni Unite”.
Venerdì, la Corte Internazionale di Giustizia ha imposto a Israele sei misure provvisorie per fermare gli ostacoli alla consegna degli aiuti, contenere la crisi umanitaria e contrastare il genocidio. Solo la giudice Sebutinde ha votato contro tutte le misure e ha ricevuto una reazione internazionale da parte della comunità filo-palestinese sui social media.
Gli utenti hanno invaso X (ex Twitter) per attaccare la giudice ugandese, definendola pro-genocidio e agente imperialista per le sue azioni presso l'ICJ.
Secondo Sebutinde, che nel corso della sua carriera non è stata estranea alle controversie, "la disputa tra lo Stato di Israele e il popolo palestinese è essenzialmente e storicamente politica” e
"Non si tratta di una controversia legale suscettibile di risoluzione giudiziale da parte della Corte".
Ha anche affermato che il Sudafrica non ha dimostrato che gli atti presumibilmente commessi da Israele siano stati “commessi con il necessario intento genocida e che, di conseguenza, possano rientrare nell’ambito di applicazione della Convenzione sul genocidio”.
Gli esperti hanno invece affermato che Sebutinde (che, lo ricordiamo, è stata la sola dei 17 magistrati della Corte a votare contro tutte e sei le misure) non è riuscita a condurre una valutazione approfondita della situazione e evidenziano che il genocidio non è una disputa politica, è una questione legale in quanto sSia il Sud Africa che Israele hanno firmato la Convenzione sul genocidio nel 1948 e accettano la giurisdizione sulle violazioni della Convenzione sul genocidio e sulla mancata prevenzione del genocidio.
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