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USA via dall'Iraq e dalla Siria?
di
Tamara Gallera
L'Iraq ha chiesto alla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che occupa l’Iraq da decenni contro la volontà del popolo iracheno di andarsene e sembra che siano iniziati i colloqui fra USA e Iraq in quella direzione. Nel frattempo si profila anche il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria.
I colloqui in Iraq sono facilitati da una commissione militare superiore (HMC) formata la scorsa estate.
Le operazioni della Resistenza Irachena contro le forze di occupazione americane si sono rivelate potenti, e la CNN ha riferito che i recenti attacchi aerei lanciati dagli Stati Uniti contro gruppi locali della Resistenza dopo che questi ultimi avevano attaccato le forze americane in Siria e Iraq nel tentativo di cacciarli via a causa della loro il sostegno all’occupazione israeliana alla luce del genocidio in corso a Gaza ha reso le discussioni più importanti.
Poiché gli Stati Uniti hanno violato la sovranità dell'Iraq, le richieste del governo iracheno per il ritiro delle truppe americane si sono amplificate in risposta a questi attacchi.
I colloqui approfondiranno la fattibilità e i tempi per porre fine all’occupazione militare statunitense. Gli Stati Uniti stanno cercando un approccio basato sulle condizioni, continuando a sostenere il pretesto di mantenere una presenza in Iraq per combattere l’Isis nonostante la resistenza islamica in Iraq, in particolare le forze di mobilitazione popolare, sottolineando che non hanno bisogno dell’aiuto dello stato imperialista.
Al contrario, alcune fazioni all'interno del governo iracheno sostengono un programma basato su scadenze, indipendente dalla situazione di sicurezza del paese.
Nonostante i recenti attacchi e la più ampia instabilità regionale, il Pentagono sottolinea che il governo iracheno non ha formalmente richiesto il ritiro militare statunitense e sottolinea che le truppe statunitensi sono in Iraq su invito del governo (che dopo la guerra in Iraq avevano installato loro...).
Il ministro degli Esteri iracheno ha accennato alle imminenti discussioni, affermando di aver ricevuto un messaggio importante dal governo degli Stati Uniti, che dovrà essere esaminato dal primo ministro e dalle autorità competenti. Non esiste una scadenza fissata per la conclusione dei colloqui.
Gli Stati Uniti stanno valutando anche la possibilità di ritirare le proprie forze di occupazione dalla Siria dopo quasi un decennio di presenza illegale con il pretesto di combattere lo Stato Islamico, ritenendo "non necessaria" un'ulteriore presenza nel paese, ha riferito martedì Foreign Policy, citando alti funzionari statunitensi.
Questa potenziale misura si inserisce nel contesto di rischi sempre crescenti di una guerra regionale in Medio Oriente, mentre il genocidio israeliano a Gaza, sostenuto dagli Stati Uniti, si avvicina ai suoi 4 mesi e Washington sta rivalutando le sue priorità militari.
Da quando hanno spinto le forze nella Siria orientale e nord-orientale, gli Stati Uniti hanno creato diverse basi e siti militari, dove sono attualmente di stanza circa 900 soldati, secondo le dichiarazioni del Pentagono, per supervisionare il furto delle vaste risorse di petrolio e gas del paese, oltre a destabilizzare la sua sicurezza e il sostegno a gruppi per procura come le Forze Democratiche Siriane.
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