 |
Deportazione: idea sdoganata
di
Cristiano Bordin
"Deportazione" è una parola che sembrava impronunciabile fino a qualche anno fa.
Oggi è diventata una parola come un'altra, una opzione praticabile.
Le definizioni di deportazione non lasciano spazio ad equivoci: si tratta di un trasferimento coatto su base etnica, razziale, politica, religiosa verso un luogo di detenzione diverso e lontano dal proprio paese di residenza.
Una pratica che oggi riemerge come non era mai successo prima.
Il Guardian, quotidiano britannico, sulla base di fonti americane, ha pubblicato la notizia dell'idea del ministro degli esteri israeliano, Katz: trasferire la popolazione della Striscia nell'isola antistante Gaza.
Il ministro poi ha smentito, ma ne hanno parlato in mezzo mondo. Prima di lui- sempre per "risolvere" la questione palestinese- Netanyahu aveva proposto il trasferimento degli abitanti della Striscia in Congo: "Sarà necessario per eliminare lo status di rifugiato e per creare le condizioni che incoraggino i palestinesi che vogliono costruire la propria vita altrove".
Trump in un comizio in Florida ha promesso di condurre "La più grande operazione di deportazione della storia americana" che riguarderà "le centinaia di criminali che attraversano il confine dal Messico".
Sunak, premier britannico, ha proposto la deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda- che avrebbe beneficiato della somma di 140 milioni di euro- per fermare l'immigrazione.
"Stop the boats" lo slogan scelto e non a caso ha avuto il plauso del nostro primo ministro. A fermare l'operazione la Corte Suprema che ha dichiarato la proposta illegale, ma non sembra che Sunak si sia del tutto rassegnato.
A Potsdam, a meno di 10 chilometri da Wansee, la Afd- accreditata dai sondaggi di circa il 20%- insieme all'estrema destra tedesca ha discusso di un piano di "rimpatrio" in uno stato cuscinetto del nord Africa per 2 milioni di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo ma anche per chi ha il passaporto tedesco ma "non si è assimilato".
Il piano ha già il favore anche di qualche imprenditore: come Hans Christian Limmer, titolare di due grandi catene di ristorazione: una panetteria, BackWerk, e una hamburgheria, Hans im Gluck.
A Potsdam lui non c'era ma pare abbia contribuito alla stesura del piano: c'erano comunque- secondo le fonti che hanno rivelato il progetto- politici legati ad associazioni di destra vicine alla Cdu come Werte Union- Unione dei Valori- il rappresentante del movimento identitario dell'Austria, Martin Seller, e parte del direttivo di una associazione che si occupa della promozione della lingua tedesca, Verein Deutsche Sprache.
Contro tutto questo in Germania sono scese e stanno scendendo in piazza milioni di persone.
Persone che hanno capito che ormai una pratica condannata a parole è diventata nel mondo occidentale una possibile scelta tra le tante...
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier diritti
|
|