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Le chiamano democrazia e informazione
di
Giuseppe Salamone *
Se andate su Google e cercate la vicenda di Tal Mitnik, vi renderete conto di quanto sia maledetta la stampa italiana.
Questo ragazzo israeliano è stato condannato 30 giorni fa dalla più "grande democrazia del Medio Oriente" per essersi rifiutato di arruolarsi. Poco fa si è rifiutato ancora e ha beccato altri 30 giorni di carcere. E così via fino all'infinito, fino a quando qualcuno non mollerà.
Tal Mitnik rischia di rimanere in galera fino a data da destinarsi. Questa vicenda vergognosa non sembra interessare ai pennivendoli nostrani sempre pronti a parlarci di Navalny, ai politici che si riempiono la bocca con lo "Stato di diritto" e agli intellettuali a gettone sempre pronti per farci la morale.
Ovviamente stanno zitti perché queste vergogne succedono in Israele. Quando invece qualcosa di simile accade negli "Stati canaglia", allora in quel caso l'indignazione a reti unificate è inarrestabile. Ipocriti!
Questo ragazzo dice così, parole che dovrebbero essere riportate ovunque: "Mi rifiuto perché, come ho detto, mi rifiuto di prendere parte a questa guerra di vendetta. Ho la sensazione che ci sia troppa violenza qui. C'è troppa vendetta. Dobbiamo parlare di come dobbiamo andare avanti verso un futuro di coesistenza, in cui sia israeliani che palestinesi possano vivere insieme e vivere in sicurezza e in pace."
Un ragazzino di 18 anni che con il suo comportamento sta mettendo in discussione tutta la narrazione della propaganda criminale. Peccato che anche per lui ci sia solo censura e doppi standard.
E la chiamano democrazia e stampa libera...
* Coordinatore Commissione Esteri dell'Osservatorio
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