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Testimoni dell'orrore e fake news
di
Rossella Ahmad
Bisognerà chiedere alla ginecologa intervistata da Christiane Amanpour sulla CNN - ripeto: la CNN, uno dei templi della propaganda sionista - oppure al portavoce dell'UNRWA, scoppiato in lacrime durante una diretta TV mentre narrava dell'eccidio a Gaza; o ancora al capo missione di Medici senza Frontiere Leo Cans, inorridito di fronte allo scenario lunare della striscia.
Bisognerà chiedere loro se si siano mai imbattuti in frigoriferi, o almeno borse, in cui siano conservate le teste degli israeliani uccisi da Hamas, ultima, atroce bufala propalata da scervellati sul web senza che i social intervengano per bloccare il fiume di fake news che vorrebbe contrastare la realtà delle atrocità commesse a Gaza.
Per inciso: di tale bufala ho cercato, invano, notizie su tutti i media accreditati. Persino quelli più schierati a favore della manipolazione sionista hanno avuto un briciolo di pudore nel raccogliere e propagare una notizia che espone al ridicolo chi vi creda. E, difatti, essa circola in spazi ristretti e sottoposta al fuoco di fila di chiunque sia dotato di un solo neurone ancora funzionante.
I video di cui sopra, quelli sì, reali e certificati. In particolare, quello della ginecologa intervistata dalla Amanpour, la quale ha parlato delle condizioni devastanti delle partorienti palestinesi, che rischiano la morte per infezioni, malnutrizione ed anemia severa, e delle donne in generale, private di qualsiasi presidio igienico e sanitario nonché di cibo per se stesse e per i loro figli.
L'impedimento alle nascite entro uno specifico gruppo etnico contravviene i principi della convenzione di Ginevra contro il genocidio, ricordiamolo. È esso stesso atto di genocidio.
Un'onda anomala di vergogna sta coprendo coloro che hanno appoggiato, sostenuto e finanziato questo atroce tentativo di pulizia etnica mediante massacri, privazione dei mezzi di sostentamento e deportazione forzata della popolazione: porteranno lo stigma eterno riservato agli assassini senza onore, ai vigliacchi privi di cavalleria abituati a dare calci a chi sia già al tappeto.
Il tribunale dell'opinione pubblica mondiale non vi dà più scampo: siete segnati uno per uno nella memoria degli oppressi.
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