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18 gennaio 2024
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Ebrei israeliani pro Palestina
di Rossella Ahmad

Le cose più belle, le frasi che mi aprono il cuore a nuova speranza mi giungono dalle pagine degli israeliani "dissidenti", quelli che sanno cosa sia accaduto in Palestina e lo vivono con senso di colpa, con amarezza e con dolore. Oggi, alla luce del genocidio deciso da Tel Aviv per ricompattare le fila degli psicopatici, ancora più.

Le parole più lucide le ho lette stamani da Yanni Nevo, e risalgono addirittura ai giorni immediatamente successivi agli attacchi del 7 ottobre. "Sconfiggere Hamas è un obiettivo metafisico, impossibile da realizzare, poiché esso è un movimento di liberazione nazionale radicato nel territorio, che crescerà di pari passo con le distruzioni inflitte dall'occupante".

Analisi realistica contro la retorica spicciola ed insensata, milioni di parole inutili gettate al vento.

Sempre Yanni opera l'autocritica più lucida: "Abbiamo interiorizzato i valori più suprematisti del colonialismo europeo ed oggi ne siamo forse l'episodio più orribile, ed è questo l'aspetto tragico del sionismo. I nipoti delle vittime di allora chiedono un genocidio contro i nativi, definiti "animali umani" e "seme di Amalek. Brividi".

La guerra a Gaza è già persa. Yanni aveva visto giusto. "Gaza sarà il Vietnam di Israele, il suo Afghanistan, da cui scapperà con la coda tra le gambe quando vedrà cadere un soldato dopo l'altro. Non c'è opzione militare alla questione palestinese, prima lo si capisce meglio sarà per tutti".

Scorrendo le pagine, vedo che c'è un ripensamento in atto in questa parte della società israeliana. Un interrogarsi sul senso di uno stato, di una immigrazione insensata, sul senso di nostalgia per le proprie radici, mozzate, alla luce di ciò che è accaduto, di ciò che ha comportato.

Scorro ancora pagine infinite, infinite storie, fino a giungere alla manifestazione di qualche giorno fa. Picchiati, strattonati, gettati a terra; cartelli strappati dalle mani e calpestati.

Il più bello di essi, il primo ad essere stracciato: From the River to the Sea, Freedom and equality. Ciò che tutti i cervelli dotati di un solo neurone chiedono.

Il crollo del sionismo e della sua ideologia malata è vicino, più di quanto possiamo immaginare.


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