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Tel Aviv: voci dissenzienti nel governo
di
Mauro W. Giannini
Numerosi media israeliani hanno riferito domenica che il ministro Gadi Eisenkot, componente del gabinetto di guerra, riteneva che i leader israeliani “mentissero a sé stessi” e che dovrebbero essere saggi prima che fosse troppo tardi.
Secondo il quotidiano israeliano “Times of Israel”, Eisenkot, il cui figlio e nipote sono stati uccisi durante la guerra nella Striscia di Gaza, si è rivolto direttamente ad altri membri del governo, dicendo: “Dobbiamo smettere di mentire a noi stessi e mostrare coraggio e ha anche esortato il governo a stringere un accordo con la resistenza palestinese a Gaza, dicendo: “È necessario raggiungere un grande accordo che riporterà gli ostaggi in patria. Il tempo stringe e ogni giorno che passa mette le loro vite in pericolo”.
Questa affermazione arriva nel momento in cui alcuni rapporti riportano che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il ministro della Difesa, Yoav Gallant, hanno ribadito di ritenere che solo un’ulteriore pressione militare “porterà a un simile accordo”.
La dichiarazione di Eisenkot è coincisa con l'invio alle famiglie degli ostaggi israeliani di un video messaggio da parte delle Brigate Al-Qassam, l'ala militare del movimento Hamas. In esso alcuni prigionieri inviano lettere al governo israeliano chiedendo che la guerra venga fermata e che vengano restituiti alle loro famiglie. Al-Qassam ha scritto alla fine del video allegato che ha pubblicato sul suo account sulla piattaforma Telegram: "Aspettateci... Domani vi informeremo del loro destino". “Il vostro governo sta mentendo”.
Non vi è stato alcun commento immediato da parte israeliana su ciò che è stato rilasciato dalle “Brigate Al-Qassam”.
In un contesto simile, il Maggiore Generale dell’esercito israeliano, Yitzhak Barek, ha affermato che è possibile che ci siano decine di migliaia di morti tra le fila dell’esercito se la leadership politica insiste nel continuare la guerra nella Striscia di Gaza, invocando il Consiglio di Guerra perché affronti realisticamente questo fatto. Lo ha anche invitato a “fare un cambiamento”.
Secondo un articolo del quotidiano israeliano Maariv, domenica, durante la sua partecipazione a un programma sulla stazione radio israeliana 103FM, Barek ha detto: “Siamo di fronte a due dilemmi molto difficili: è possibile entrare e trattare con Hamas sul campo? all’interno dei campi profughi affollati di milioni di rifugiati?” Mi sembra che ci sia un problema molto difficile. "Penso che tutti lo capiscano."
Ha aggiunto: “In secondo luogo, vuoi andare a combattere lì? Ciò significa migliaia di morti, forse decine di migliaia di morti. “Il mondo non ce lo permette, e non credo che nemmeno noi vorremmo trovarci in questa situazione”.
Poi Barek ha aggiunto: “I problemi veri devono essere presentati a tutti coloro che siedono al governo, e non scappare da essi”. Non dire che vinceremo e otterremo tutto alla fine. Cerchiamo di essere realisti, esaminiamo ogni situazione e adattiamoci alla situazione”.
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