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Guterres segue con interesse il procedimento alla Corte de L'Aia
di
Aurora Gatti
Tra coloro che stanno seguendo con attenzione il procedimento contro Israele davanti alla Corte dell'Aia c'è il Antonio Guterres, il quale per i suoi interventi in Consiglio di Sicurezza era stato attaccato da Israele e paesi sostenitori di Tel Aviv e si era quasi dovuto scusare.
Il segretario generale delle Nazioni Unite sta seguendo il caso di genocidio del Sudafrica contro Israele, ha detto giovedì ai giornalisti il portavoce Stephane Dujarric, il quale ha aggiunto che "Il Segretario Generale ha pieno rispetto per l'indipendenza dei tribunali, dei suoi procedimenti e delle sue decisioni".
Un eventuale riconoscimento da parte della Corte dell'accusa di genocidio che il Sudafrica ha portato contro Israele ma anche solo una richiesta di sospendere il fuoco mentre si accerta la sussistenza della violazione delle leggi internazionali sarebbe per Guterres la prova che aveva avuto ragione.
Intanto, il portavoce ha specificato che "La capacità delle Nazioni Unite di rispondere ai vasti bisogni nella parte settentrionale di Gaza è stata ridotta dai ricorrenti rifiuti di accesso per la consegna degli aiuti e dalla mancanza di un accesso sicuro e coordinato da parte delle autorità israeliane.
"Questi dinieghi e le gravi limitazioni all'accesso stanno paralizzando la capacità dei partner umanitari di rispondere in modo significativo, coerente e su vasta scala", ha affermato. L'impossibilità di fornire assistenza comporta la perdita di vite umane e sofferenze per centinaia di migliaia di residenti che rimangono nel nord di Gaza, ha sottolineato il portavoce.
Insomma, come se avesse portato altri argomenti alla richiesta di Pretoria. Infatti il documento di 84 pagine presentato dal Sud Africa accusa Israele di atti e omissioni di “carattere genocida, poiché commessi con l’intento specifico richiesto… di distruggere i palestinesi a Gaza come parte del più ampio sistema nazionale, razziale ed etnico palestinese."
Si afferma che gli atti genocidi di Israele includono l’uccisione di palestinesi, causando gravi danni fisici e mentali, l’espulsione di massa dalle case e lo sfollamento, l’imposizione di misure intese a prevenire le nascite palestinesi e la privazione dell’accesso a cibo, acqua, riparo, servizi igienico-sanitari e assistenza medica adeguati.
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