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UE sostenendo Israele viene meno a uno dei suoi fondamenti
di
Giuseppe Franco Arguto
Trova la differenza tra la teoria e la prassi.
«Nelle sue relazioni con il resto del mondo, l’Unione [...] contribuirà alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della terra, alla solidarietà e al mutuo rispetto tra i popoli, al commercio libero ed equo, allo sradicamento della povertà e alla protezione dei diritti umani, in particolare i diritti del bambino, come all’osservanza rigorosa e allo sviluppo del diritto internazionale, compreso il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni unite».
(estratto dal'art. 3 del "Trattato sul funzionamento dell'Unione europea".
Rispetto ai soprusi, abusi e violenze di Israele a carico della Palestina, l'Europa sta letteralmente contravvenendo a un dovere che sta «nella ragione dell’esistenza dell’Ue».
Non solo, l'aspetto più inquietante è che nel genocidio di Israele in corso d'opera, i leader politici delle destre schierate nella UE e quelli delle singole nazioni, comprese quella italiana, sostengono espressamente la pulizia etnica palestinese che Netanyahu sta conducendo a termine, forte dell'appoggio incondizionato delle «democrazie» occidentali.
23mila morti, gran parte civili di cui migliaia di bambini, e due milioni di «sfollati interni» non sono sufficienti per ritenere l'azione militare di Israele un genocidio?
La UE così non serve se non a consolidare ulteriori poteri extra-nazionali, più che altro intenta a promuovere le sue campagne militari e le sue politiche economiche sovranazionali. UE e ONU devono essere ricostituite cambiando certe regole, modificando il potere di veto dei suoi membri basato sul Pil dei suoi membri più influenti economicamente, e quindi mettere mano al diritto di veto con il quale ciascuno degli stati membri nei Consigli può paralizzare ogni iniziativa volta a far rispettare gli statuti e trattati costitutivi.
La UE non ha una sua politica estera e si evince dal fatto che ciascuno dei suoi Paesi-membri si comporta secondo i propri interessi geopolitici e geostrategici.
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