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Gaza: è genocidio nelle dichiarazioni e nei metodi
di
Rossella Ahmad
Le azioni di Israele a Gaza sono un caso da manuale di genocidio.
Non soltanto per il numero spropositato di vittime o per il livello di crudeltà con cui esso è stato perseguito. Soprattutto per la cornice di estrema illegalità entro cui si è realizzato, prima, durante e dopo. Credo che vi siano genocidi che neanche si accompagnano ad azioni violente immediatamente riconoscibili come tali. Mi spiego meglio.
Ho gettato l'occhio ieri sera su un video messo in onda da al-Jazeera ed è stato come guardare all'interno dell' inferno. Nessuna scena di morte, né di cadaveri calpestati da jeep militari, né di neonati ridotti a poltiglia sanguinolenta. Il video mostra invece una situazione positiva, in cui migliaia di egiziani al confine con Rafah cercano di fare arrivare ai gazawi alimenti, acqua e corrente elettrica.
Ma è come ricevere un pugno in piena faccia, perché al di là del confine si erge una gigantesca struttura metallica, un muro di ferro e cemento. La parete della prigione in cui sono incarcerati i palestinesi. È un'immagine surreale che dà bene l'idea di cosa sia diventata la Palestina per mano di questi malati mentali.
Ed è questa la cornice di illegalità in cui si è consumato il genocidio: un popolo incarcerato, la cui vita è limitata da strutture diaboliche di contenimento, controllo e repressione.
La distruzione del proprio ambiente vitale e delle prospettive di vita e libertà finalizzate all'allontanamento di una popolazione per impossibilità oggettiva a sopravvivere è anch'essa genocidio.
Il linguaggio utilizzato dai colonizzatori è genocida. E sono stati così stupidi e violenti ed invasati da non mettere un freno alle loro esternazioni, non per pudore che è cosa sconosciuta da quelle parti, ma per semplice prudenza e personale cautela.
E le ripropongo qui, a scanso di equivoci, affinché sia ben chiaro a tutti quale fosse l'intento di costoro. Intenti genocidi, che hanno esposto senza fare un plissé.
Isaac Herzog, presidente dello stato, di ascendenze irlandesi, russe, lituane e polacche: "È un'intera nazione ad essere responsabile".
Ariel Kallner, membro del Parlamento, di ascendenze mitteleuropee: "Un solo obiettivo, Nakba. Una Nakba che deve oscurare quella del 1948. Nakba a Gaza e per chiunque non sia d'accordo".
Yoav Gallant, di ascendenza polacca: "Verranno tagliate forniture elettriche, carburante e cibo. Stiamo combattendo contro animali umani e così ci comporteremo".
Itamar Ben Gvir, di ascendenza irachena: "L'unica cosa che entrerà a Gaza sono tonnellate di esplosivo da parte della nostra aviazione e neanche un grammo di aiuti umanitari".
Benjamin Mileikowsky alias Netanyahu, di ascendenza polacca: "La trasformeremo in polvere. Dico alla gente di Gaza : andate via spontaneamente perché colpiremo ovunque con tutta la nostra forza".
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