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11 gennaio 2024
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Grazie Sudafrica!
di Rossella Ahmad

È potentemente simbolico che il procedimento contro le violazioni di Israele dei suoi obblighi riguardo la Convenzione contro il Genocidio sia stato avviato dal Sudafrica.

Chi più di esso può puntare l'indice contro le gravissime violazioni perpetrate da Israele, a partire dalla discriminazione e dallo stato di apartheid che sono tratto fondativo di una entità concepita per soli ebrei per finire a Gaza, ed agli infiniti crimini commessi in una striscia grande la metà del nostro Molise?

È simbolico perché solo pochi anni fa i nativi del Sudafrica sperimentavano lo stesso trattamento riservato agli indigeni della Palestina: rinchiusi in bantustan, erano stranieri nel loro stesso paese: chi si ribellava era falciato dagli spari dei cecchini mentre la resistenza, definita "terrorismo", lambiva nelle carceri di massima sicurezza del paese.

Nelson Mandela e Desmond Tutu hanno spesso tracciato un parallelismo tra Palestina e Sudafrica, senonché, nel tempo, la situazione della Palestina ha soverchiato quella del Sudafrica nella crudeltà dei metodi, nella spietatezza dell'occupazione, nel furto delle risorse e nella assoluta mancanza di solidarietà internazionale, e parlo innanzitutto dei governi.

Gaza rappresenta un punto di non ritorno nella coscienza collettiva dell'umanità. I crimini consumati in due mesi e mezzo di devastazione sono da film dell'orrore e sono stati commessi di fronte ai nostri occhi, a cui non è stato risparmiato nulla del repertorio di nefandezze di cui i più mostruosi tra gli uomini sono capaci.

Una popolazione di profughi è stata incessantemente bombardata con armi non convenzionali.
Sono stati colpiti ospedali, ambulanze e personale medico.
Pazienti senza arti sono stati costretti ad evacuare dai nosocomi devastati.
Neonati prematuri sono stati lasciati morire nelle incubatrici private dell'energia elettrica ed i loro corpicini sono stati ritrovati mummificati dopo giorni di assedio.
La popolazione è stata privata di cibo, acqua, medicinali e corrente elettrica come nel più barbarico degli assedi medievali.
I giornalisti sono stati falciati uno dopo l'altro ed i numeri sono impressionanti.

Nel mezzo di tutto ciò abbiamo dovuto affrontare l'arroganza, l'impunità e la miseria etica di una colonizzazione giunta al suo termine.

Io non so cosa accadrà e se effettivamente ci sarà un giudice a Berlino. So però per certo che Israele dovrà confrontarsi per il tempo a venire con un'accusa terribile, la più infamante per uno stato. I semi della dissolvenza sono stati gettati. Basterà solo aspettare.

Intanto, grazie Sudafrica.

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