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10 gennaio 2024
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Israele denunciata a Tribunale ONU ma media occidentali non lo dicono
di Giuseppe Salamone *

Sembra sia passata una vita da quando eravamo costretti a vedere a reti unificate politici e intellettuali a gettone super esperti di diritto internazionale. Erano i tempi nei quali bisognava demonizzare Putin perché la Casa Bianca aveva deciso così.

Quando decisero di far emettere un mandato di cattura internazionale per Putin, a parte il sostegno non solo economico dei buoni e democratici occidentali alla causa, sui giornali e sulle tv non si faceva che parlare di altro. I discorsi venivano fatti sulla punta del diritto, ovviamente quel diritto che piace al blocco occidentale, quello per il quale se sei un “avversario” sei un criminale se sei un alleato va tutto bene Madama la Marchesa. Ogni minimo dettaglio non veniva trascurato e gira e rigira la conclusione era sempre la stessa: bisognava giungere a una condanna.

Adesso sta succedendo che un certo Netanyahu è stato denunciato alla Corte Internazionale di Giustizia per genocidio. È l'accusa più grave che si possa rivolgere ad uno Stato, le cui conseguenze in caso di condanna sarebbero devastanti. Questo non perché lo dica io ma perché, giusto per fare un esempio, lo mette nero su bianco anche la testata giornalistica Haaretz. Questo giornale israeliano avverte il governo Netanyahu delle conseguenze quasi catastrofiche che deriverebbero qualora la richiesta del Sudafrica, sostenuta da Malesia Turchia e Bolivia, venisse accolta.

Per capire bene quanto sia importante ciò che succederà alla Corte Internazionale di Giustizia basta vedere come si sta comportando il governo israeliano per affrontare questo procedimento: hanno nominato l'ex presidente della Corte Suprema, uno dei migliori giudici ed esperti di diritto internazionale presenti oggi in Israele, se non il migliore, Aharon Barak. Lo stesso che fino a qualche mese fa veniva preso a pesci in faccia da parte di tutto il governo israeliano perché si opponeva alla riforma della giustizia (per sottometterla alla politica) della più "grande democrazia del Medio Oriente". La nomina di questo giudice fa capire chiaramente che in Israele temono, e anche tanto, il giudizio della Corte.

Inoltre, secondo un documento rivelato da Axios, il Ministero degli Esteri israeliano ha ordinato ai loro ambasciatori di fare pressione affinché i politici e la stampa dei paesi che li ospitano facciano in modo o di rilasciare dichiarazioni a favore di Israele o di censurare quello che sta accadendo. In effetti, prestando un po' di attenzione, possiamo tranquillamente constatare come sia i politici, sia la grande stampa stiano seguendo alla lettera le disposizioni arrivate da parte del governo israeliano.

Infatti in occidente non c'è alcuna percezione di questa vicenda perché non se ne è parlato minimamente. Non ho visto un solo dibattito per come è stato fatto nel caso della Russia, tutti quegli esperti di diritto internazionale sono spariti e l'unica che potrebbe darci un quadro chiaro della situazione, nonché Francesca Albanese, relatrice delle Nazioni Unite, non trova alcuno spazio mediatico perché è stata sottoposta a censura. Addirittura non hanno nemmeno parlato del suo libro, "J'accuse", che vi invito a leggere perché spiega alla perfezione attraverso il diritto internazionale il terrorismo di stato israeliano. Non solo quello di questi giorni, ma anche quello che si trascina avanti da decenni.

Siamo alle solite, dove i doppi standard si sprecano solo perché il blocco occidentale criminale guidato dagli USA non ha mai avuto l'obiettivo che professa a reti unificate, ovvero quello della pace nel mondo (Meloni dixit) e dei diritti. L'unica cosa che ha sempre perseguito è una supremazia sui popoli che considerano come figli di un Dio minore e la loro sottomissione. Lo hanno sempre fatto con la guerra aiutandosi con l'occupazione dell'informazione. Infatti se confrontiamo quello che hanno detto o non detto prima di Putin e poi di Netanyahu notiamo delle contraddizioni grandi quanto la statua della libertà.

Sostanzialmente ci hanno detto che quando la Russia sosteneva che vedeva minacciata la propria esistenza non era vero e che quelle parole erano propaganda del Cremlino allo scopo di conquistare tutta l'Europa e ripristinare l'impero Russo. Balle! La realtà invece era ben diversa, la Nato era arrivata a 30 secondi dal piazzare missili sulle terrazze del Cremlino, quindi quella era una vera minaccia esistenziale per la Russia esattamente come lo è la militarizzazione delle ultime settimane di Finlandia e Svezia con conseguente occupazione di basi, porti, aeroporti e infrastrutture strategiche da parte dei militari USA.

Nel caso di Israele invece ci hanno raccontato e continuano a raccontarci che è a rischio la sua esistenza. Praticamente bambini Palestinesi che si oppongono all'occupazione tirando sassi sui carri armati israeliani, dicono che mettono a rischio il diritto di Israele di esistere. Il diritto di esistere per un paese che ha una delle intelligence migliori al mondo, ha armi nucleari, è sostenuto dagli USA e dall'UE con armi e soldi e ha un esercito regolare a differenza dei Palestinesi. Vedete come la propaganda non corrisponde alla realtà dei fatti? In ogni caso torniamo al senso originale del post, nonché la censura su ciò che sta accadendo alla Corte Internazionale di Giustizia.

Dopo le sofferenze atroci che quotidianamente vengono imposte al Popolo Palestinese, dopo i numeri incredibili di morti, di case distrutte, di giornalisti presi volutamente e deliberatamente di mira tanto che il Comitato internazionale per la Protezione dei Giornalisti ha appena emesso un comunicato nel quale chiede indagini approfondite sullo sterminio dei loro colleghi, dopo averci fatto la morale sulle presunte violazioni del diritto internazionale da parte di ogni Stato considerato canaglia, hanno perfino il coraggio di girarsi dall'altra parte davanti a un procedimento che si svolgerà presso la Corte di Giustizia internazionale applicando la censura.

Questo è il livello della nostra informazione, questo è il livello della nostra classe politica...

* Coordinatore Commissione esteri dell'Osservatorio

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